Mattinata di vendite sulle principali Borse del Vecchio Continente, appesantite dalla pubblicazione della Nota di Aggiornamento del Def in Italia e dall’andamento negativo dei futures di Wall Street.
Intorno alle 11:55 il Ftse Mib cede l’1%, penalizzato dall’aumento del rendimento dei titoli governativi. In ribasso anche il Dax di Francoforte (-0,8%), il Ftse 100 di Londra (-0,7%) e il Cac 40 di Parigi (-0,6%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,6%).
In Europa, l’attenzione rimane sui conti pubblici italiani dopo che ieri il governo ha diffuso la Nota di aggiornamento del Def, che fissa il rapporto deficit/Pil al 2,4% nel 2019, al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021.
Il debito pubblico è invece previsto scendere dal 130,9% del Pil nel 2018 al 126,7% nel 2021, mentre la crescita del Pil è stimata all’1,5% nel 2019, all’1,6% nel 2020 e all’1,4% nel 2021.
Ora si apre dunque la fase di dialogo con l’Europa che il Ministro dell’Economia Giovanni Tria ha dichiarato di auspicarsi “aperta e costruttiva”.
I mercati non hanno però accolto positivamente la legge di bilancio, portando il rendimento del Btp decennale al 3,4%, separato dal Bund da uno spread di 286 punti base.
Oltreoceano invece i futures sui principali indici americani scambiano in lieve ribasso nell’attesa della pubblicazione del Job Report.
Un’ulteriore indicazione positiva, dopo che in settimana i dati macroeconomici hanno già sottolineato la solidità dell’economia americana, potrebbe consolidare la prospettiva di inasprimento della politica monetaria da parte della Federal Reserve, già ventilata negli scorsi giorni dal presidente della Fed Jerome Powell.
Dinamica che sta contribuendo all’aumento dei rendimenti, con il Treasury decennale ancora sui massimi dal 2011 al 3,2%, e al rafforzamento del dollaro, sotto quota 1,15 nei confronti dell’euro. Stabile invece lo yen a 113,9.
Tra le materie prime, il petrolio si mantiene poco al di sotto dei massimi dal 2014 raggiunti in settimana, con Wti e Brent rispettivamente a 74,8 e 84,9 dollari al barile.
Tornando a Piazza Affari, schivano le vendite UNIPOLSAI (+0,1%), TELECOM ITALIA (+0,5%), AZIMUT(+0,7%) ed ENI (+1,5%), con quest’ultima favorita dall’upgrade a “buy” da parte di BofA Merrill Lynch.
Affonda invece STM (-4,9%) che sconta in parte l’intonazione negativa del settore tecnologico, con il Nasdaq in perdita ieri dell’1,8%, e in particolare dei microchip. Male anche i titoli bancari, con INTESA SANPAOLO peggiore del comparto (-2,9%), e SAIPEM (-3,3%).