Al termine di una lunga fase di rilanci, l’asta per le frequenze del 5G si è conclusa con un introito complessivo per lo Stato di 6,55 miliardi, superando del 164% il valore delle offerte iniziali e del 130,5% la base d’asta. Telecom Italia e Vodafone pagheranno 2,4 miliardi a testa, seguite da Iliad, con 1,2 miliardi e Wind Tre con 0,5 miliardi.
Secondo Moody’s l’asta avrà dunque un impatto negativo su tutte le società di telecomunicazioni, in quanto andrà ad incrementare il debito di quelle che si sono aggiudicate, a caro prezzo, più frequenze, e metterà chi ha speso meno in una posizione più debole derivante da una qualità più scarsa del 5G. Per l’agenzia, comunque, tutti gli operatori hanno sopportato una spesa coerente con le aspettative per il loro rating.
Per quanto riguarda Tim, è stimato un impatto sulla posizione finanziaria netta nel 2018 di circa 480 milioni, tuttavia Moody’s conferma il rating a Ba1 con outlook stabile.