Mediobanca – Possibile nascita di un nuovo patto di consultazione

Gli annunci dell’uscita anticipata dal patto a partire dall’inizio del 2019 da parte di Italmobiliare e del gruppo Bolloré ha acceso i riflettori sul destino del patto di sindacato di Mediobanca.

Gli ultimi rumori di stampa riportano che Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum, con quest’ultima che al patto ha apportato il 3,29% del capitale della banca (Doris ha conferito anche un altro 0,21% tramite la holding di famiglia Fin.Prog.), avrebbe proposto la creazione di un nuovo patto di consultazione, meno vincolante di quello attuale, che avrebbe l’obiettivo di uniformare la strategia da seguire.

La nuova versione del patto, che riguarderebbe poco meno del 20% del capitale, avrebbe trovato l’apertura di UniCredit, primo azionista del patto con la quota dell’8,4% di Mediobanca.

L’attuale versione del patto prevede che gli azionisti si impegnino a non vendere le azioni, né a trasferirle o a mettere in atto operazioni che possano modificarne la titolarità e disponibilità (senza vincolare però il voto in assemblea), mentre con la nuova versione ciò verrebbe meno.

La scadenza della nuova versione del patto, sempre secondo rumor, sarebbe fissata all’ottobre del 2020, quando avrà termine il mandato dell’attuale cda e quando ci sarà il passaggio al sistema monistico.

Si ricorda che allo stato attuale, con le già citate disdette anticipate, la quota di capitale che fa capo al patto è sceso appena sotto il 20% e, in base agli accordi attuali, una discesa sotto il 25% implica lo scioglimento automatico dello stesso a fine 2018.

L’assemblea dei pattisti, lo scorso 27 settembre, ha affidato al comitato il compito di sondare l’interesse dei partecipanti ad individuare alternative alla pura decadenza a fine anno dell’attuale accordo.

Intorno alle 10:00 a Piazza Affari il titolo segna un calo del 3,1% a 7,97 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno il 2,6 per cento.