L’Ad di Tim conferma ancora una volta la propria permanenza, si prepara a gestire il passaggio al 5G e resta impegnato sul fronte delle cessioni e sulle opportunità di sviluppo in Brasile. Ad affermarlo è stato lo stesso Amos Genish, in un’intervista rilasciata nel weekend ad Affari & Finanza.
Il Ceo ha commentato con soddisfazione l’aggiudicazione delle frequenze per il 5G, “una rivoluzione che ci porta nel futuro. In Italia già a partire da aprile-giugno 2019 e sicuramente entro il 2020 vedremo le differenze”, in ambito di smart cities, di smart business e nel comparto dell’intrattenimento e della cultura.
Le frequenze sono state pagate a caro prezzo (2,4 miliardi la spesa complessiva di Tim), “ma siamo certi che il 5G genererà un ritorno economico soddisfacente, perché ora avremo un’offerta fortissima” assicura Genish.
Il tutto confidando in un apporto da parte della politica, poiché “il 5G richiederà molte nuove antenne e auspichiamo che il Governo voglia adeguare l’Italia agli standard europei nel campo dei limiti elettromagnetici. Il Paese dovrà fare sistema con le regioni e le amministrazioni locali. Tutti dovranno lavorare assieme in partnership, chi produce sistemi, i fornitori servizi e coloro che sviluppano piattaforme abilitate al 5G”.
Genish si è espresso anche sulla concorrenza di Iliad, sottolineando come Tim abbia saputo “mitigare gli effetti del suo ingresso, con un impatto minore nella base clienti” rispetto agli altri operatori. In questo senso “il 5G sarà selettivo, con un mercato guidato da due leader e al massimo un terzo operatore, con un equilibrio che consenta a tutti anche di monetizzare gli importanti investimenti”.
L’Ad ha poi criticato la diatriba continua tra azionisti, definendola “una situazione problematica che crea molto fastidio e sta diventando insostenibile. Nei prossimi mesi discuteremo il nuovo Piano Strategico 2019-2021”, ha ricordato l’Ad, “e questo confronto sarà cruciale per assicurarsi che ci sia allineamento tra il Consiglio, il management e i principali azionisti”.
A tal proposito, negli ultimi giorni Vivendi ha diffuso un comunicato di supporto a Genish accusando Elliott di “feroce campagna di indiscrezioni” e di mancanza di organizzazione, mentre il fondo si è allineato con il Ceo e il board, smentendo quindi qualsiasi azione contro di lui.
Genish è intervenuto anche sull’andamento del titolo, “penalizzato da effetti esterni, come il rischio paese e il downgrade del settore a livello europeo, ed altri come l’arrivo di Iliad, gli investimenti per il 5G, il negativo tasso di cambio in Brasile e i temi legati alla governance”.
Nei primi 9 mesi dell’anno Tim ha perso il 27%, il titolo Vodafone il 31% e Iliad il 44%, a conferma del fatto che la debolezza riguarda tutto il settore nel Vecchio Continente, anche a causa di un “tessuto di regole eccessivo e un livello di competitività elevato”, che rendono “difficile avere un ritorno sull’investimento all’altezza degli impegni”.
Per quanto riguarda le cessioni sono stati identificati “alcuni asset da cedere” ma qualsiasi decisione verrà presa solo con il coinvolgimento e il via libera del Governo. In Brasile, infine, Tim è “attenta all’evoluzione del mercato, ma non sono ancora state prese decisioni definitive”.