Proseguono le vendite sul comparto bancario a Piazza Affari. Intorno alle 14:30 il Ftse Italia Banche segna un ribasso dello 0,5%, dopo avere provato un rimbalzo nella prima parte della mattinata prima di tornare in territorio negativo.
Il mercato continua ad avere timori sulla sostenibilità dei conti pubblici italiana con l’applicazione delle misure contenute nella nota di aggiornamento del Def, propedeutica alla Legge di Bilancio che sarà approvata nelle prossime settimane.
Nonostante i principali esponenti dell’esecutivo si dicano sicuri sul fatto che l’implementazione dei provvedimenti sosterrà l’economia, gli investitori sono di tutt’altro avviso. Così come la Commissione Europea e il Fondo Monetario Internazionale, che giudicano troppo ottimistiche le proiezioni di crescita del Pil stimate da Governo. E la situazione potrebbe peggiorare nel caso entro fine mese arrivasse il declassamento del debito da parte delle agenzie di rating.
Il vice premier, Luigi Di Maio, ha affermato alla stampa: “La manovra economica non è una manovra né contro l’Europa né contro gli altri governi. Sarà cruciale, nei prossimi giorni, confrontarsi con le istituzioni europee e con i mercati. È auspicabile che il ministro dell’Economia e il presidente del Consiglio incontrino sia i rappresentanti delle agenzie di rating, sia i mercati, ma soprattutto la Commissione Europea per chiarire tutte quelle che sono le nostre linee di intervento che consentiranno all’Italia di svilupparsi”.
“L’augurio – ha proseguito Di Maio – “è di mettersi tutti attorno a un tavolo, vedere questa manovra e studiarla bene. Tutti capiranno che non ci sono misure assistenziali, ma che porterà sviluppo”.
In tale scenario lo spread Btp-Bund si allarga ulteriormente portandosi a 312 pb (fonte Mts Markets), penalizzando ancora il settore creditizio.
L’investment bank svizzera Credit Suisse ha sottolineato in un report che uno spread che dovesse salire fino a 400 pb non sarebbe sostenibile per le banche italiane.
Il colosso americano JP Morgan, invece, ha rivisto al ribasso le proiezioni e i target price dei principali istituti di credito tricolore, sempre a causa dell’innalzamento dello spread.
Sul listino principale tiene Intesa Sanpaolo (-0,1% a 2,03 euro), mentre soffrono UniCredit (-1,1% a 11,83 euro), Ubi (-2,5% a 2,97 euro), Mediobanca (-1,7% a 7,71 euro), Bper (-3,9% a 3,47 euro), Banco Bpm (-1,9% a 1,82 euro). Sul Mid Cap male Mps (-3,9% a 1,85 euro), Credem (-1,3% a 5,33 euro), Popolare Sondrio (-1,6% a 3 euro) e Creval (-2,2% a 0,0927 euro). Tra le Small Cap soffre Carige (-5,6% a 0,0051 euro), seguita da Banco Desio (-1,1% a 1,88 euro).