Il secondo trimestre 2018, per le 12 società quotate del settore della moda che hanno presentato dati intermedi di gestione, si è chiuso con un fatturato complessivo di 4,4 miliardi, in calo del 3,4% a cambi correnti rispetto ai 4,6 miliardi del pari periodo 2017.
Una dinamica che ha risentito per lo più dell’impatto negativo dell’effetto cambi, soprattutto per quelle realtà con giro d’affari consistente oltreoceano.
A livello generale, le variazioni positive più interessanti sono state messe a segno da Moncler (+22,9%), BasicNet (+9,5%) e Brunello Cucinelli (+8,7%), mentre i cali maggiori sono stati registrati da Safilo Group (-22,8%) e Salvatore Ferragamo (-9,5%).
A livello di area geografica, rimangono sostanzialmente stabili (-0,2% a 767,8 milioni) le vendite di quelle società che operano prevalentemente in Asia e Resto del Mondo, nonostante la guerra commerciale innescata tra Stati Uniti e Cina che sta minacciando l’intero commercio mondiale in termini di dazi e restrizioni alle importazioni.
Soffrono, invece, l’apprezzamento dell’euro quelle società attive soprattutto nelle Americhe, il cui giro d’affari complessivo si è fissato a 1,8 miliardi contro 1,9 miliardi del 2Q 2017 (-5,5%). Contrazione analoga anche per le vendite in Europa, scese del 6% a 1,2 miliardi (1,3 miliardi nel 2Q 2017).
Nel dettaglio, emerge l’exploit del fatturato di Moncler nell’area asiatica, salito del 43,8% a 64 milioni (40% del fatturato totale). Un andamento che ha beneficiato dell’accelerazione del fatturato in Giappone dopo il lancio di “7 Moncler Fragment Hiroshi Fujiwara”. In crescita anche il giro d’affari realizzato in Emea (+11,6% a 70,5 milioni) e nelle Americhe (+13,9% a 27 milioni).
Prosegue lo sviluppo del business in Greater China anche per la maison del cachemire Cucinelli che, seppur con valori assoluti ancora limitati, ha aumentato del 40% le vendite in quell’area fino a 11,2 milioni. Nel Resto del Mondo le vendite sono salite del 15,8% a 13,2 milioni.
Segnano un calo a doppia cifra in entrambi i mercati di riferimento le vendite registrate da Salvatore Ferragamo. Più precisamente, scendono del 12,2% a 94,1 milioni i ricavi realizzati in Europa (25% del fatturato totale) e del 10,3% a 141,9 milioni quelli registrati in Asia Pacifico (38% del fatturato totale). Questi ultimi, oltre all’impatto negativo dell’effetto cambi, sconta anche la forte diminuzione del turismo cinese e la razionalizzazione del network in Corea del Sud.
Sostanzialmente stabili le vendite realizzate sui mercati di minor rilevanza per il gruppo come Giappone e Centro-Sud America, mentre cala il fatturato in Nord America (-7,8% a 86,8 milioni) a causa dell’andamento sfavorevole delle vendite nei department store.
Pesa sul dato complessivo del settore il calo registrato in tutti i principali mercati da Luxottica (-4,8% a 2,4 miliardi). Una dinamica che risente del calo del 6,1% in Europa, mercato che sconta l’impatto delle nuove politiche commerciali e il ritardo della stagione calda. Situazione analoga anche in Nord America, mercato di riferimento del gruppo, che risente principalmente dell’effetto cambi, come dimostrato dal confronto a cambi costanti che segna un +3,4 per cento.
Si segnala inoltre che nella sola area Asia-Pacifico, escludendo dalla ripartizione il Resto del Mondo, le vendite sono salite dell’1,4% a 294 milioni (+7,5% a cambi costanti), grazie al fatturato realizzato nelle catene retail e nei negozi Ray-Ban in Cina e Australia.
Infine, si evidenzia la forte riduzione delle vendite messe a segno da Safilo Group. Performance che risente della forte contrazione registrata nei mercati di riferimento quali Europa e Nord America e dell’andamento della stagione sole in tutto il secondo trimestre. Nel dettaglio, le vendite realizzate in Nord America (37% del fatturato totale), sono calate del 17,1% a 89 milioni (-10,9% a cambi costanti), scontando la debolezza del business nei department store legata della riorganizzazione aziendale che prevede la ridefinizione del network di vendita.
Per quanto riguarda l’analisi per canale distributivo, emerge un calo dell’1,8% delle vendite retail, canale preferito dalle società di maggiori dimensioni ma che nel periodo considerato evidenzia un cambio di tendenza verso il canale online. Un andamento che emerge dalla riduzione middle high single digit del peso del fatturato di Salvatore Ferragamo e Geox.
Nello specifico, quest’ultima ha risentito dal calo del 56,2% a 6,2 milioni delle vendite in franchising, in relazione alla programmata razionalizzazione della rete avvenuta negli ultimi trimestri.
Per contro, il giro d’affari di Moncler realizzato nel retail è aumentato del 26,3% a 120,6 milioni, grazie allo sviluppo della rete di negozi monomarca a gestione diretta.
A livello di canale wholesale e multimarca, spicca la crescita del 14,5% a 52,9 milioni di Brunello Cucinelli, seguita dalle vendite multimarca di Geox (+10,6%) e Tod’s (+10,5%).
Si segnala, infine, che l’andamento del business del settore della moda, spesso influenzato da accentuate dinamiche di carattere stagionale, con l’introduzione delle collezioni a cadenza mensile e non più stagionale, nuovo concept avviato di recente da alcune società quali Moncler, con il progetto Genius, e Tod’s, consentirà di contrastare fattori strettamente legati alla ciclicità e a fenomeni poco controllabili.