Per domani è fissata l’assemblea di Creval per la nomina del nuovo board. Evento che segnerà una nuova fase per la banca lombarda rispetto al recente passato. E’ atteso un successo per la linea di rinnovo proposta da Denis Dumont, socio con il 5,78%, che ha presentato l’unica lista, sulla quale è confluito un ampio consenso. La lista prevede la conferma l’Ad Mauro Selvetti, che potrà portare a termine la ristrutturazione. Una potenziale aggregazione verrà esaminata entro i prossimi due anni, come rilevato dal presidente in pectore Luigi Lovaglio.
Domani si terrà l’assemblea di Creval che segnerà formalmente un cambiamento radicale per l’istituto valtellinese.
Ormai è quasi certa la vittoria della strategia di rinnovo impressa dall’imprenditore francese Denis Dumont, che possiede il 5,78% del capitale, che con un colpo di coda lo scorso mese di agosto aveva richiesto la convocazione dell’assise per revocare l’attuale cda ed eleggerne uno nuovo.
La lista (unica) presentata da Dumont, secondo quanto riportano rumor di stampa, avrebbe raccolto un ampio consenso, ricevendo il supporto di un nucleo di azionisti che rappresentano almeno il 40% del capitale (quello votante è atteso sopra il 60%). L’appoggio sarebbe arrivato in particolare dai grandi hedge fund entrati nell’azionariato con l’aumento di capitale di capitale da 700 milioni chiuso lo scorso marzo, tra cui Steadfast Capital (cui fa capo l’8,55% del capitale), Hosking Partners (titolare del 5,06%) e il fondo Algebris di Davide Serra (che detiene il 5,29%). Proprio Serra nei giorni scorsi aveva espresso parole di apprezzamento per Luigi Lovaglio, presidente in pectore della lista Dumont.
L’assemblea nominerà direttamente il nuovo board, dato che quello uscente (incluso il presidente Miro Fiordi) ha rassegnato le dimissioni in blocco con efficacia a partire da un momento prima dell’apertura dei lavori dell’assise. Si ricorda che il cda dimissionario non aveva presentato una propria lista al fine di evitare spaccature nel corpo sociale e tensioni che potrebbero mettere a repentaglio il ben avviato processo di rilancio della banca stessa.
Tra gli altri grandi azionisti, al momento non è dato sapere quali sono le intenzioni di voto di Crédit Agricole (che ha confermato la presenza di un proprio rappresentante in assemblea), entrata nel capitale di Creval nei mesi scorsi con una quota del 5% nell’ambito di un accordo di bancassurance (ma potenzialmente estendibile fino al 9,9% in caso di altre partnership). Nelle scorse settimana la banca francese aveva fatto sapere che non intendeva interferire nella governance.
Si ricorda che anche Assogestioni ha presentato la propria lista in rappresentanza di soci che detengono complessivamente il 4,53% del capitale.
L’unico elemento di continuità rispetto al passato sarà rappresentato dalla conferma dell’attuale Ad Mauro Selvetti, che ha messo in sicurezza la banca con la recente ricapitalizzazione e l’accelerazione del de-risking.
Il presidente in pectore Lovaglio in un’intervista ha sottolineato che al momento la priorità è il ritorno a una redditività sostenibile, che passerà dal completamento della ristrutturazione e dal rilancio commerciale. Il tutto nell’ottica di valutare poi entro un biennio una potenziale aggregazione. Anche i grandi fondi avrebbero investito nella banca considerando questa possibilità.