Utility – Settore debole (-0,9%), pesano le Big

Ieri il Ftse Italia Servizi Pubblici ha evidenziato un -0,9%, superando però sia il corrispondente indice europeo (-1,9%) sia il Ftse Mib (-1,7%).

Performance quest’ultima in scia anche all’intonazione negativa di Wall Street.

Continua a rimanere alta l’attenzione sulla manovra finanziaria italiana che ha destato le perplessità, oltre che di Bruxelles, anche del Fondo Monetario Internazionale, della Banca d’Italia, dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, nonché dell’agenzia di rating Moody’s.

Il ministro Giovanni Tria ha comunque confermato le stime di crescita contenute nella NaDef, aggiungendo che l’esecutivo italiano farà di tutto per recuperare la fiducia.

Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund è sceso a 293 pb, con il rendimento del decennale italiano in area 3,5 per cento.

Deboli tutti i titoli del settore utility e delle rinnovabili presenti nel Ftse Mib con Snam che fa comunque meglio con un -0,4 per cento. Il colosso di San Donato ha comunicato che nel periodo compreso tra il 2 e il 9 ottobre 2018 ha comprato 6.395.560 azioni proprie al prezzo medio unitario di 3,6462 euro, per un controvalore complessivo di 23.319.571,47 euro.

A seguire Terna ed Enel, entrambe con un -0,7%, Italgas (-0,9%) e A2A (-2,3%).

In relazione a quest’ultima il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha affermato che dovrebbe decidere se estendere le alleanze anche alla multy-utility Tea Mantova.

Tra le Mid la migliore e unica positiva è stata Ascopiave (+2,4%) mentre tra le Small ha brillato Alerion (+4,3%).

Scivola in fondo al comparto Biancamano con un -3,9 per cento.