Settimana in ribasso per il settore salute il cui indice ha riportato un -5% al di sotto del corrispondente europeo (-3,3%) ma facendo meglio del Ftse Mib (-5,4%).
Settimana nella quale gli investitori hanno mantenuto ancora il focus sulla manovra finanziaria italiana che ha sollevato le perplessità, oltre che di Bruxelles, anche del Fondo Monetario Internazionale, della Banca d’Italia, dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio e dell’agenzia di rating Moody’s.
Inoltre c’è stata la conferma da parte del Fondo Monetario Internazionale delle stime sul Bel Paese, già diffuse a luglio, con il Pil atteso in crescita dell’1,2% nel 2018 e dell’1% il prossimo anno. L’istituto ha invece peggiorato le previsioni sui rapporti deficit/Pil e debito/Pil dell’Italia, tagliando inoltre l’outlook sulla crescita dell’economia globale per la prima volta dal 2016 (da 3,9% a 3,7% per 2018 e 2019).
Recordati, unico titolo del settore presente nel Ftse Mib, ha registrato un -3,7 per cento. Si segnala che il veicolo Rossini Sarl, utilizzato dal fondo CVC Capital Partners per finanziare l’acquisizione della società farmaceutica, ha dato avvio ad un roadshow per il lancio di un bond in due tranche da 1,28 miliardi di euro, una senior secured a tasso fisso e l’altra floating.
Tra le Mid Cap la migliore e unico segno positivo è stata Sol (+4,7%). Male invece Diasorin (-5,6%) che ha siglato, attraverso la controllata Diasorin Inc, un accordo strategico con Meridian Bioscience finalizzato alla commercializzazione del test per l’identificazione del batterio Helicobacter pylori negli Usa e nel Regno Unito. Inoltre ha reso noto di aver ottenuto la certificazione per la vendita in Europa del test Simplexa VZV Direct.
Vendite pure su Amplifon (-6,9%) nonostante abbia comunicato di aver ottenuto tutti i necessari nulla osta antitrust relativi all’acquisizione di GAES, annunciata lo scorso 24 luglio. A pesare però sul titolo la notizia che la Fda ha dato l’ok ad un tipo di apparecchio acustico della Bose, azienda attiva nel segmento degli altoparlanti.
In calo invece del 7,7% BB Biotech su cui si riporta che a settembre il Nav espresso in dollari e in Chf è rimasto sostanzialmente invariato (+0,1%) mentre è sceso dell’1,2% in euro. Il titolo ha invece guadagnato il 6,1% in dollari (+6,8% in Chf e +5,1% in euro). Il Nasdaq Biotech Index (NBI) ha registrato nello stesso periodo una flessione dello 0,1% in dollari. Inoltre sulla base dei risultati preliminari consolidati la holding svizzera ha riportato nel terzo trimestre 2018 un utile netto di 242 milioni di Chf (a fronte di un utile di 365 milioni di Chf nello stesso periodo del 2017). I primi nove mesi del 2018 si sono chiusi con un utile netto pari a 172 milioni di Chf, contro 843 milioni di Chf dell’anno precedente.
Infine tra le Small ha fatto meglio MolMed (+0,5%), seguita da Pierrel (-0,7%) i cui dati relativi al terzo trimestre 2018 hanno evidenziato un miglioramento di tutti i principali aggregati economici. Numeri da cui sono emersi ricavi pari a 4,7 milioni, in progresso del 21,8% rispetto al pari periodo del 2017 e margini operativi in deciso miglioramento, con l’Ebitda e l’Ebit rispettivamente più che raddoppiato a 0,9 milioni e triplicato a 0,6 milioni.