Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato nel 2017 da Autostrade per l’Italia (Aspi) al presidente della Repubblica per annullare del decreto che ha stabilito l’onere dei costi per le attività di controllo legate alla sicurezza a carico dei concessionari autostradali.
Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit) e il Ministero dell’economia hanno varato il decreto il 7 agosto 2017. Tale provvedimento fissa il costo parametrico (179 euro a chilometro) sulle verifiche fatte dai tecnici del Mit a livello di progetto e sull’opera realizzata. Si tratta di un’attività di “classificazione” dell’infrastruttura e di controllo dell’applicazione delle norme tecniche, in particolare sulle opere d’arte (ponti, viadotti e gallerie).
Aspi, controllata di Atlantia, aveva presentato il ricorso sostenendo l’illegittimità del provvedimento in quanto avrebbe modificato le concessioni autostradali esistenti.
Nella nota del Consiglio di Stato si legge che “dall’attuazione del decreto tariffe non deriva alcuna violazione dei rapporti contrattuali tra concedente e società concessionaria”. Il decreto infatti prevede che le tariffe siano “da considerarsi ammissibili tra i costi per la determinazione del capitale direttamente investito e, quindi, i gestori non pubblici possono ribaltare gli oneri di tali tariffe negli oneri di investimento da loro sostenuti, in fase di aggiornamento dei rispettivi piani economico-finanziari, facendoli sostanzialmente gravare sugli utenti finali dell’infrastruttura gestita”.