Il Documento programmatico di Bilancio approvato dal Governo e inviato alla Commissione Europea lunedì prevede alcune misure fiscali a carico delle banche.
Quest’ultimo, per quanto riguarda il 2019, aumenterà di 3,3 miliardi per effetto di tre diversi provvedimenti che l’esecutivo intende introdurre.
Nello specifico, il nuovo trattamento fiscale relativo alle svalutazioni e alle perdite su crediti legate all’applicazione del nuovo principio contabile Ifrs9 apporterà nelle casse dello Stato circa 1,1 miliardi nel 2019 (zero nel 2020 e nel 2021), mentre l’introito generato dal differimento della deducibilità degli sgravi fiscali su svalutazioni e perdite su crediti nella misura del 10% al 2026 è stimato a circa 900 milioni (zero nel 2020 e nel 2021). Infine, sono previsti “generici interventi fiscali sulle banche” che dovrebbero far incassare alle casse pubbliche 1,3 miliardi (900 milioni nel 2020 e 500 milioni nel 2021).
Si segnala che nel documento non viene fatto un riferimento alla riduzione della deducibilità fiscale degli interessi dal 100% all’86%, che i rumor riportavano negli ultimi giorni.
Oggi il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, presenzierà al comitato esecutivo dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) e, probabilmente, fornirà qualche ragguaglio sulla manovra.
Nel frattempo, i principale banchieri preferiscono mantenere una posizione prudente nell’esprimere un giudizio, aspettando di conoscere i dettagli dei provvedimenti.