Obbligazioni – In attesa del responso di Bruxelles lo spread supera i 300 bp

Pomeriggio caratterizzato dalla prevalenza di segni negativi tra i principali listini del Vecchio Continente con Milano la peggiore a -1,32%, nonostante la riapertura della seduta odierna sia stata caratterizzata da una generalizzata distensione su tutte le piazze finanziarie.

Su Piazza Affari pesa il giudizio che Commissione Europea sarà chiamata a dare sul Documento programmatico di bilancio inviato dal Governo italiano. A pesare le possibili richieste di chiarimento da parte di Bruxelles in merito, in primis, al tetto del rapporto deficit/ Pil al 2,4%, non compatibile con le regole europee. Altra cifra in discussione potrebbe essere anche quella riguardante la crescita del Pil. In proposito, infatti, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha espresso le proprie perplessità circa la realisticità delle percentuali di crescita dell’ 1,5% o addirittura del 2 per cento.

L’attenzione sulla Legge di Bilancio rimarrà tuttavia alta fino al responso definitivo di Bruxelles, che è atteso per fine ottobre.

Contesto nel quale si riscontra una salita dei rendimenti con variazioni comprese tra i 5 e gli 11 centesimi e con lo spread in rialzo a 309 punti dai 296 di ieri.

A Bruxelles è attesa anche la premier britannica Theresa May, per l’ennesimo intervento sulla Brexit, che tuttavia non si preannuncia foriero di un’intesa a meno che Londra non trovi una soluzione creativa in merito al confine irlandese.

Puntando invece lo sguardo dall’altra parte dell’Atlantico, i riflettori restano puntati sulle vicende commerciali tra Usa e Cina. Sembrerebbero al riguardo profilarsi alcuni segnali distensivi tra i due Paesi. Infatti, il presidente della banca centrale cinese, Yi Gang, intervenuto durante il meeting del FMI e della Banca Mondiale tenutosi a Bali, ha sottolineato quanto la guerra commerciale sia foriera di incertezze e arrechi pertanto danni all’economia mondiale.

Non da ultimo, a pesare sono il forte rialzo dei tassi di interesse sul Treasury americano ben oltre la soglia del 3% e i timori per la crescita globale. Il cambio euro/dollaro scende a 1,1542. Si mantiene invariato lo spread dei corporate high-yield in euro sopra 370 quando l’omologo in dollari testimonia un deciso recupero riportandosi sotto quota 350.