Poste Italiane potrebbe essere il soggetto individuato dal Governo per stabilizzare gli assetti di Mps e realizzare la cosiddetta “banca del popolo”, un istituto di credito a controllo pubblico per assistere famiglie e piccole e medie imprese (Pmi).
Secondo indiscrezioni degli addetti ai lavori, infatti, l’esecutivo avrebbe iniziato ad esaminare il dossier Mps per definire una strategia per l’istituto di credito controllato al 68% dal Tesoro. Una verifica a tutto tondo a partire dalla governance, nella quale si vorrebbe inserire un rappresentante più vicino alla nuova compagine governativa, per arrivare alla possibile exit strategy, che dovrà essere definita entro il giugno 2019 sulla base degli accordi con le autorità europee nell’ambito della procedura che ha autorizzato lo Stato a finanziare l’aumento di capitale dell’agosto 2017.
A questo riguardo, un’ipotesi riportata dalla stampa sarebbe l’ingresso di Poste Italiane nel capitale di Mps attraverso un aumento di capitale riservato a cui la società guidata da Matteo Del Fante aderirebbe tramite il conferimento di BancoPosta.
Un’ipotesi che, se da una parte potrebbe rafforzare il capitale dell’istituto di Siena, lascia perplessi nella possibile realizzazione. BancoPosta, infatti, non è una banca e neppure un’entità a sé stante, ma è una divisione del gruppo. Inoltre, non essendo banca i conti correnti godono di regole diverse rispetto a quelli bancari. Per esempio, la garanzia sui depositi è data al 100% dallo Stato italiano e non fino a 100 mila euro dal Fondo Interbancario come per tutti gli istituti di credito.
A parte questi aspetti tecnici, c’è anche da vedere se Bruxelles possa accontentarsi di una soluzione del genere, visto che Poste Italiane fa capo al 29,26% al ministero dell’Economia e per il 35% a Cdp.
Quello che è certo è che non fa bene al titolo Poste Italiane il fatto di essere chiamata in causa ogni qual volta nel settore pubblico ci sia necessità di reperire mezzi finanziari. Così è stato per Alitalia e ora per Mps.
Le azioni di Poste Italiane hanno lasciato sul terreno il 23% dal massimo di 8,2 euro toccati il 15 maggio scorso sulla scia della presentazione del nuovo piano. Un calo, che in parte dipende dal contesto che ha visto un allargamento dello spread che ha penalizzato tutti i titoli finanziari, ma che è stato acuito dai rumor che hanno riguardato possibili piani del Governo riguardo progetti di riassetto di partecipazioni statali. Il tutto ha spinto il titolo a toccare il minimo di 6,27 euro il giorno 11 ottobre, valore al di sotto del prezzo di quotazione pari a 6,75 euro nell’ottobre del 2015.
Oggi in Borsa intorno alle 10:45 i titoli sono positivi e mostrano un rialzo dello 0,6% a 6,33 euro.
Di seguito l’andamento del titolo Poste Italiane in borsa dalla quotazione.