I listini continentali conservano l’intonazione moderatamente positiva dell’apertura e intorno alle 11:30 si mantengono perlopiù in rialzo, nonostante la debolezza dei futures di Wall Street. Il Ftse Mib è pressoché invariato, mentre il Dax di Francoforte (+0,15%), il Ftse 100 di Londra (+0,3%), il Cac 40 di Parigi (+0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%) mostrano frazionali guadagni.
I derivati sugli indici azionari americani mostrano ribassi nell’ordine dello 0,7-0,9%, con lo S&P 500 che punta verso la sesta apertura consecutiva in ribasso, complici anche alcune trimestrali deludenti e i profit warning di qualche società a stelle e strisce a causa delle tensioni commerciali Usa-Cina.
Per quanto riguarda i dubbi sulla crescita globale gli investitori attendono soprattutto il dato di venerdì sul Pil americano del terzo trimestre, mentre oggi pomeriggio sarà diffuso l’indice Pmi manifatturiero di ottobre. In mattinata gli indicatori di Markit relativi all’eurozona hanno segnalato il tasso di espansione più debole da almeno due anni, con una contrazione sia del settore manifatturiero sia di quello terziario. A peggiorare la situazione hanno contribuito le prospettive di crescita futura, crollate ai minimi in quasi quattro anni, e toccando il record negativo in quasi sei anni nel manifatturiero. A farne le spese è soprattutto l’euro, in calo a 1,142 dollari.
In Europa nel frattempo, alla vigilia della riunione della Bce, i riflettori rimangono puntati sull’Italia dopo la scontata bocciatura della manovra da parte della Commissione europea. Nelle prossime tre settimane il governo dovrà apportare le dovute modifiche al progetto di legge di bilancio, pena l’avvio di una procedura d’infrazione e l’eventuale adozione di sanzioni economiche. Dopo il balzo di ieri innescato dalla decisione di Bruxelles, lo spread Btp-Bund flette di qualche punto base e viaggia 313 bp, con il rendimento del decennale italiano al 3,52 per cento.
Tra le materie prime l’oro si mantiene in area 1.231 dollari l’oncia, mentre rimangono deboli le quotazioni del petrolio dopo il crollo di ieri in scia alla dichiarazione dell’Arabia Saudita di essere in grado di produrre maggiori quantità di greggio. Wti e Brent scambiano rispettivamente a 66,3 (-0,2%) e 75,6 (-1,1%) dollari al barile, in attesa dei dati settimanali dell’Eia sulle scorte statunitensi.
A Piazza Affari gli acquisti premiano SAIPEM (+3,5%) che ha presentato stamane i risultati del terzo trimestre e confermato la guidance 2018. Ben intonata anche MONCLER (+3%) che oggi diffonde i dati sui ricavi del terzo trimestre. In rialzo le utilities, deboli i bancari mentre sprofonda STM (-9,1%) nonostante i risultati in crescita. A pesare sul titolo del produttore di microchip contribuisce la guidance prudente, soprattutto in termini di margine lordo, per il quarto trimestre, insieme alle indicazioni emerse dalla trimestrale del colosso americano Texas Instruments.