Mattinata tonica per gli eurolistini, sostenuti anche dall’andamento positivo dei futures Usa, in attesa che si concluda il meeting della Bce.
Intorno a mezzogiorno il Ftse Mib di Milano avanza dell’1,6%, sostanzialmente in linea con il Cac 40 di Parigi (+1,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,3%). Più arretrato il Dax di Francoforte (+0,5%) mentre il Ftse 100 di Londra viaggia sulla parità (+0,1%).
Oltreoceano il derivato sul Nasdaq guadagna l’1,6% dopo il tonfo del listino tecnologico nella seduta precedente, mentre quelli su Dow Jones e S&P 500 scambiano in progresso di circa un punto percentuale.
Negli Usa l’attenzione resta prevalentemente concentrata sulle trimestrali delle società a stelle e strisce, che cominciano a segnalare qualche segnale di rallentamento nonostante il buon andamento complessivo. In particolare, alcuni colossi americani hanno parzialmente ridotto le stime per i prossimi mesi, per tenere in considerazione gli impatti dello scontro commerciale Usa-Cina e dei maggiori costi di indebitamento futuri.
Fattori di incertezza che hanno penalizzato la seduta precedente, portando i listini americani ad annullare il vantaggio da inizio anno, con il mese di ottobre che si appresta ad essere il peggiore in oltre sei anni.
Hanno inciso in parte anche i pacchi-bomba destinati all’ex presidente Usa Barack Obama e alla candidata democratica Hillary Clinton, considerati dalle forze dell’ordine come un atto terroristico, che si aggiungono alle tensioni con l’Arabia Saudita per la morte del giornalista Jamal Khashoggi.
In Europa verrà seguita con particolare attenzione la conferenza stampa di Mario Draghi a margine del meeting della Bce, in cui verranno analizzati molto probabilmente diversi temi caldi tra cui la situazione dell’Italia, il protezionismo e la Brexit. L’istituto centrale europeo dovrebbe confermare la chiusura del Quantitative easing a dicembre e la volontà di mantenere i tassi sui minimi storici fino all’estate 2019.
Intanto, sul fronte macro, è stato diffuso l’indice Ifo tedesco relativo alla fiducia delle imprese, in calo sotto le aspettative ad ottobre. Nonostante ciò l’euro tenta un lieve recupero risalendo a 1,141 nei confronti del dollaro, in attesa della Bce e dei numeri americani su scorte all’ingrosso e ordini di beni durevoli, mentre domani sarà pubblicato il dato sul Pil del terzo trimestre.
Sull’obbligazionario il differenziale Btp-Bund si riduce a 311 punti base con il rendimento del decennale italiano al 3,51 per cento. Qualche preoccupazione sulla sostenibilità dell’attuale livello di spread è stata espressa ieri dal ministro dell’economia Giovanni Tria, che ha sottolineato il rischio di danneggiamento nel tempo della parte più debole del sistema bancario italiano.
Oro sopra i 1.230 dollari l’oncia, poco mosse le quotazioni del petrolio con Wti e Brent rispettivamente a 67,8 e 76,3 dollari al barile dopo il rialzo delle scorte Usa emerso ieri dai dati Eia.
A Piazza Affari acquisti su PRYSMIAN (+4,3%) e su MEDIOBANCA (+4,2%), quest’ultima in attesa dei risultati. Ben intonati PIRELLI (+4%) e BREMBO (+3,5%), ma anche LEONARDO, FERRARI e FCA con variazioni tra il 2,5% e il 3 per cento.
Rimbalza STM (+2%) dopo il -10% di ieri mentre proseguono gli acquisti su MONCLER (+2%) dopo i dati sul fatturato del terzo trimestre. Denaro sulle banche mentre fra le utilities arretra A2A (-3%) penalizzata da un downgrade di Kepler da buy a hold, con target price ridotto da 1,8 a 1,6 euro. In flessione MEDIASET (-0,6%), ancora vendite su TELECOM ITALIA (-1,4%), che torna a 49 centesimi sulle preoccupazioni per lo scorporo degli asset.