Sulla riforma delle banche popolari dovrà pronunciarsi anche la Corte di Giustizia Europea. È quanto ha comunicato il Consiglio di Stato.
Nell’attesa del pronunciamento, sottolinea la nota, “restano ferme le misure cautelari già concesse”.
Si segnala che il Consiglio di Stato ha quindi formulato cinque diversi quesiti alla Corte Europea, chiedendo di pronunciarsi sulla legittimità di quanto segue:
a) dell’imposizione di una soglia di attivo (fissata a 8 miliardi dal decreto) al di sopra della quale la banca popolare è obbligata a trasformarsi in spa, in rapporto alla normativa europea in tema di aiuti di Stato;
b) della possibilità di differire o limitare, anche per un tempo indeterminato, il rimborso delle azioni del socio recedente, in relazione alla disciplina in tema di concorrenza nel mercato interno e di libera circolazione di capitali;
c) della disciplina sulla limitazioni al rimborso della quota del socio in caso di recesso, per evitare la possibile liquidazione della banca trasformata, in relazione alla regolamentazione degli aiuti di Stato;
d) della facoltà di rinviare il rimborso per un periodo illimitato e di limitarne in tutto o in parte l’ importo;
e) dell’ art. 10 del Regolamento delegato UE n. 241/2014 della Commissione, in relazione alla violazione del diritto di godere della proprietà dei beni di cui all’art. 16 e dell’art. 17 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
La nota ricorda che “la vicenda era stata parzialmente già sottoposta al giudizio della Corte Costituzionale, che aveva ritenuto non in contrasto con la Costituzione le censure sulla carenza dei presupposti di necessità e di urgenza a sostegno del decreto legge”.
“Tale sviluppo – precisa il comunicato – “non ha però impedito alle parti di proporre al Consiglio di Stato ulteriori cinque questioni, nuove e rilevanti, tanto da imporre la rimessione della vicenda alla Corte di giustizia dell’Unione Europea.
Infatti, il giudice di ultima istanza, quale è appunto il Consiglio di Stato, è obbligato a sottoporre la questione alla Corte del Lussemburgo, a meno che non vi sia una giurisprudenza consolidata in materia oppure quando la corretta interpretazione della norma di diritto non lasci spazio a nessun ragionevole dubbio”.
Il rinvio disposto dal Consiglio di Stato è avvenuto con procedimento accelerato “in considerazione non tanto e non solo del barrage temporale costituito dal 31 dicembre 2018 per l’attuazione completa della riforma da parte di tutte le banche popolari allo stato interessate, ma soprattutto dell’esigenza di un rapido conseguimento della certezza del quadro regolatorio”, si legge nell’ordinanza.
Il Consiglio di Stato, secondo quanto riporta la stampa, ha chiesto alla Corte di Giustizia di pronunciarsi con un procedimento accelerato, considerando ka scadenza entro cui la legge prevede la trasformazione in spa, vale a dire il 31 dicembre 2018.