Wall Street parte decisa e chiude con un significativo rialzo perdendo qualche decimo di punto rispetto ai massimi intraday.
Il bilancio della seduta è comunque lusinghiero con Nasdaq a +3% in recupero dalla peggior seduta dal 2011 segnata mercoledì, il Dow Jones che guadagna l’1,6%, lo S&P 500 l’1,9% ed il Russell 2000 il 2,2%, quest’ultimo non riuscendo tuttavia a superare la soglia psicologica dei 1.500 punti.
In calo anche il VIX (-4%) che comunque cancella gran parte delle perdite iniziali e termina a 24,2 punti.
Il forte ipervenduto trascina il rally dei titoli tecnologici alcuni dei quali deludono successivamente nel comunicare i risultati a mercati chiusi.
Nello specifico Amazon (-7%) che non raggiunge l’obiettivo dei ricavi e Google (-4%) che riduce le le aspettative per i trimestri futuri. Intel sale, invece, di un punto percentuale in scia alla presentazione di dati molto apprezzati. Tali risultati spingono al ribasso i futures americani di un punto percentuale nella mattinata asiatica.
Tra i protagonisti positivi della seduta di ieri si allineano Microsoft, Twitter, Tesla, Ford, Visa, Comcast, American Airlines e Whirpool.
Tra i settori più performanti spiccano i consumi discrezionali (+3,4%), la tecnologia (+3,3%) e le telecomunicazioni (+2,7%).
Unico settore in calo tra gli undici dello S&P 500 risultano le utilities (-1,5%).
Mercato obbligazionario poco mosso con il rendimento del biennale governativo invariato al 2,86% ed il decennale che sale di un punto base al 3,14 per cento.
Tra le materie prime, il petrolio in salita dello 0,8% a 67,3 dollari al barile, la seconda giornata consecutiva di guadagno dopo aver toccato i minimi da agosto.
Infine sul mercato valutario, il dollaro continua lentamente ad apprezzarsi e sale a 1,136 rispetto alla moneta unica.