Avvio con rimbalzo per il comparto bancario. A circa mezz’ora dall’inizio delle contrattazioni il Ftse Italia Banche segna un rialzo del 2,5%, dopo avere lasciato sul terreno il 4,5% nell’ottava appena archiviata.
La performance beneficia del calo dello spread Btp-Bund in area 295 pb dopo che la scorsa settimana si era tenuto ben oltre i 300 pb (fonte Mts Markets), toccando un picco di 320 pb.
Il tutto dopo che lo scorso venerdì S&P ha confermato il rating ‘BBB’ sull’Italia (rimanendo quindi investment grade), pur portando l’outlook da stabile a negativo.
Inoltre, è positivo il fatto che i principali esponenti del Governo stiano cominciando a non prendere più sottogamba gli impatti dello spread sulle banche. Secondo indiscrezioni di stampa, l’esecutivo sarebbe pronto a varare una serie di misure qualora lo spread diventi insostenibile, come prestiti, garanzie statali o i conti dormienti della Ragioneria dello Stato e dei privati come copertura.
Forte risalita per tutti i titoli del listino principale, con Banco Bpm (+4,4% a 1,62 euro), Ubi (+3,8% a 2,70 euro), UniCredit (+2,8% a 11,28 euro), Bper (+3,3% a 3,37 euro), Intesa Sanpaolo (+2,9% a 1,99 euro) e Mediobanca (+2,8% a 7,78 euro).
Stesso copione sul Mid Cap con Mps (+4,9% a 1,49 euro), Popolare Sondrio (+3,2% a 2,87 euro), Credem (+3,1% a 5,10 euro) e Creval (+1,5% a 0,0902 euro). Tra le Small Cap bene Carige (+4,3% a 0,0048 euro).