Nei primi nove mesi del 2018 Saras ha riportato un giro d’affari pari a 8.961 milioni, in aumento del 58,4% rispetto al pari periodo del 2017.
Dinamica sostenuta principalmente dall’aumento del prezzo medio della benzina a 684 $/ton (+27,6%) e del diesel a 639 $/ton (+35,7%), che hanno impattato positivamente sul business Refining (+310 milioni).
Divisione che però ha penalizzato la gestione operativa, con l’Ebitda comparable sceso del 33,9% a 272,8 milioni e l’Ebit comparable diminuito del 42,3% a 143,6 milioni, solo parzialmente compensati dal migliore andamento della business Power Generation.
L’Ebitda comparable ha dunque scontato la contrazione del business Raffinazione (-66%) in relazione ai minori volumi e alla riduzione del margine di raffinazione, sceso a 4,7 $/bl rispetto ai 6,3 $/bl del pari periodo del 2017 a causa dell’incremento del prezzo del petrolio.
Inoltre, ha pesato negativamente anche l’effetto del cambio euro/dollaro mentre, per quanto riguarda invece i crack spread, il crack spread della benzina nei nove mesi è sceso a una media di 9,7 $/bl (12,3 $/bl nei 9M17), più che compensato dall’aumento a 13,4 $/bl di quello del diesel (11,3 $/bl nei 9M17).
Positivo invece l’andamento del business Power Generation (+12,5%), grazie ai minori costi fissi e all’incremento di valore della tariffa CIP6/92 (+11%).
Andamento opposto per le altre due divisioni Marketing (+34,5%) e Wind (-52,8%).
Il periodo si è chiuso con un utile netto comparable di 59 milioni, in calo del 63,5% rispetto ai 161,6 milioni del pari periodo del 2017.
Infine, a livello patrimoniale, la posizione finanziaria netta al 30 settembre è stata positiva per 74 milioni, in leggero calo rispetto alla liquidità per 87 milioni rilevata a fine 2017.
Il flusso di cassa della gestione operativa (258,3 milioni) è stato infatti assorbito principalmente dagli investimenti effettuati per 130,9 milioni, dall’incremento degli inventari petroliferi e dal pagamento del dividendo (112,3 milioni).