Nel terzo trimestre 2018 il gruppo ha riportato ricavi pari a 304,8 milioni, in progresso del 10,9% a cambi costanti (+9,7% a cambi correnti) rispetto al corrispondente periodo del 2017. Tale dinamica ha beneficiato per il 7,8% della crescita organica e per il 3,1% del contributo delle acquisizioni mentre il cambio ha avuto un impatto negativo per l’1,2%, principalmente per l’ apprezzamento dell’euro verso il dollaro australiano.
I ricavi per area geografica evidenziano che il principale mercato è rappresentato dall’area Emea, che contribuisce per il 65,3% con oltre 199 milioni (+12,8%), cui seguono l’Area America, che esprime il 19,6% dei ricavi, pari a 59,7 milioni (+8,3%) e quella dell’Asia e Oceania che, con 45,4 milioni (-1,2%) rappresentano la quota restante.
L’Ebitda è rimasto sostanzialmente stabile a 36,1 milioni per effetto degli oneri non ricorrenti relativi a costi per l’ acquisizione di GAES, pari a 6 milioni di euro nel trimestre, mentre l’Ebit è diminuito del 12,8% a 18,3 milioni, scontando ammortamenti e svalutazioni aumentati del 18,4 per cento. I relativi margini sono diminuiti rispettivamente di 1,1 punti percentuali all’11,8% e di 1,5 punti percentuali al 6 per cento.
Il periodo in esame si è chiuso con un utile netto di 11,7 milioni in progresso del 16,7 per cento, beneficiando sia di oneri finanziari netti più che dimezzati grazie al rifinanziamento del bond con nuove linee caratterizzate da termini più vantaggiosi, sia di una minore incidenza delle imposte con un tax rate sceso al 26,5% dal precedente 37,4 per cento.
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 348,6 milioni, in aumento di 29 milioni rispetto al dato di fine giugno 2018.
Per l’ultima frazione del 2018 la società prevede di continuare a registrare un favorevole trend di crescita, sia organica sia esterna, in tutte le aree geografiche.