L’indice del settore bancario Ftse Italia Banche non prende una direzione. Il rimbalzo non riesce a partire nonostante il calo del 35% negli ultimi cinque mesi. E nonostante i segnali da parte del Governo di voler studiare possibili interventi in caso di difficoltà. Questo perché nei prossimi giorni sono in arrivo numerose scadenze. Oltre al passaggio alle Camere della finanziaria con i suoi contraccolpi sullo spread, venerdì 2 novembre saranno comunicati i risultati degli stress test dell’EBA, mentre la settimana successiva sarà la volta della comunicazione dei risultati del terzo trimestre.
Andamento incerto per il settore bancario a Piazza Affari. Attorno alle 10:00 l’indice Ftse Italia Banche evidenziava un rialzo dello 0,7%, ma tra gli investitori continua a prevalere è la prudenza. Così l’indice attorno alle 11:00 si è portato in terreno negativo, segnando un calo dello 0,6 per cento. Troppe sono le variabili in gioco che influenzeranno l’andamento delle banche nelle prossime giornate per permettere alla Borsa di prendere una tendenza marcata. Scadenze che frenano la voglia di rimbalzo, anche dopo che il comparto del credito ha perso il 35% dallo scorso mese di maggio.
Spread. Dopo giornate di tensione, con il differenziale del rendimento dei Btp a 10 anni che ha raggiunto il proprio massimo il 18 ottobre a 324 punti base, picco sfiorato anche il 24 ottobre a quota 321 pb, ora sembra che la situazione si sia riportata a livelli più tranquilli, con lo spread sotto quota 300 punti base. Questa mattina ha aperto a 294 pb. Sicuramente le dichiarazioni da parte degli esponenti del Governo, che mostrano di rendersi conto che un livello di differenziale superiore a 300 punti base non sarebbe a lungo sostenibile, hanno iniettato una dose di distensione sui mercati, ma il passaggio in Parlamento del testo della finanziaria, il cui esame in aula partirà domani, potrebbe dare spazio a nuova volatilità. A ciò si aggiungono i timori sull’andamento del dialogo con la Commissione Europea, che ha dato tempo all’esecutivo italiano fino al 13 novembre per riformulare il testo della manovra.
Il pacchetto banche. Secondo le ultime indiscrezioni, il Governo avrebbe iniziato a studiare un pacchetto che possa garantire la protezione degli istituti in caso di difficoltà, dopo che il calo dei titoli di Stato, che costituiscono uno dei principali asset delle banche, ha innescato timori che si rendano necessari rafforzamenti di capitale. Un’eventualità che vale soprattutto per gli istituti più deboli, quelli cioè che avrebbero anche più difficoltà a reperire risorse aggiuntive sul mercato. L’eventuale pacchetto, per il momento, è ancora allo stadio di ragionamento e prevedrebbe strumenti diversi rispetto a un intervento diretto di iniezione di risorse finanziarie come quello effettuato per Mps. Tra le misure vagliate vi sono garanzie pubbliche, agevolazioni per le fusioni ed eventuali emissioni di bond convertibili meno onerosi dei Monti o Tremonti bond.
Stress test. Il giorno 2 novembre saranno comunicati alle banche italiane i risultati degli stress test effettuati dall’EBA. Sotto esame sono i bilanci di UniCredit, Intesa Sanpaolo, Ubi e Banco Bpm. L’analisi, che sarà basata sui conti 2017 e riguarderà 48 banche europee, sarà particolarmente stringente. Sarà preso in considerazione uno scenario di calo del Pil particolarmente consistente, considerati altri elementi di rischio. I risultati saranno un segnale importante per valutare lo stato di salute del comparto bancario (anche se non includono gli shock più recenti). Tuttavia non daranno luogo a bocciature, dato che non è previsto il superamento di alcuna soglia minima, ma le indicazioni pervenute andranno a formare la soglia Srep 2019 per quanto riguarda il capitale di secondo pilastro. Comunque difficile che la Borsa prenda una direzione positiva netta prima, a pochi giorni dall’arrivo di tali risultati.
Bilanci. Dopo l’arrivo dei risultati degli stress test si apre un nuovo capitolo importante per i titoli bancari, dato che dal 7 al 12 novembre sono in calendario i cda che esamineranno i conti del terzo trimestre dei principali istituti. Un trimestre non facile per la volatilità dei mercati, anche se gli istituti di credito tricolore lo hanno affrontato con una situazione molto migliorata dal punto di vista della riduzione dei crediti deteriorati e per il calo delle rettifiche. Sul fronte conti, tuttavia, i dati presentati dalle principali banche europee che hanno già comunicato i risultati si sono rivelati piuttosto deludenti.