Fca – L’area Nafta trascina i risultati del 3Q 2018

Il gruppo ha archiviato il periodo luglio-settembre con risultati superiori alle attese, confermando i target 2018 e annunciando la distribuzione di un dividendo straordinario di 2 miliardi in seguito alla cessione di Magneti Marelli. I ricavi sono cresciuti dell’8,9% a 28,78 miliardi, grazie soprattutto al contributo dell’area Nafta, mentre l’Ebit adjusted ha segnato un +13,5% a 2 miliardi, con una marginalità al 6,9% (+20 punti base). In aumento l’utile netto adjusted del 51% a 1,4 miliardi, mentre l’indebitamento netto industriale è risultato pari a 0,2 miliardi.

Fca ha chiuso il terzo trimestre 2018 con ricavi in aumento dell’8,9% a circa 28,78 miliardi (+11% a parità di cambi), sopra le attese degli analisti (27,23 miliardi), grazie all’incremento delle consegne globali e al positivo effetto prezzi e mix prodotti.

A livello geografico, l’area Nafta ha segnato un +18% a 19,1 miliardi, con l’incremento dei volumi dovuto principalmente alla nuova Ram 1500 e Jeep Wrangler, oltre alla nuova Jeep Cherokee.

In calo invece l’area Latam, che ha evidenziato un -6% a 1,98 miliardi (+14% a parità di cambi), con l’incremento delle consegne compensato dall’effetto cambi negativo. Negativo anche l’andamento in area Apac e di Maserati, che hanno segnato rispettivamente un -26% a 582 milioni e un -23% a 631 milioni, principalmente per effetto della debolezza del mercato cinese.

Sostanzialmente stabili a 4,96 miliardi i ricavi in area Emea, con il mix favorevole compensato dalla flessione dei volumi e dagli impatti della transizione alla WLTP, la nuova norma sulle emissioni.

Migliore delle attese l’Ebit adjusted, che ha registrato un incremento del 13,5% a circa 2 miliardi (1,92 miliardi il consensus), con una marginalità al 6,9% (+20 punti base).  Il risultato record ottenuto in area Nafta (Ebit margin al 10,2%, +220 punti base) e il miglioramento in Latam (Ebit margin al 4,2%, +140 punti base) è stato in parte compensato dalle performance negative in Apc e di Maserati per la diminuzione dei volumi, mentre l’area Emea ha risentito dell’effetto prezzi negativo correlato alla transizione verso il WLTP.

La buona performance operativa ha contribuito a un incremento del 51,4% a 1,4 dell’utile netto adjusted, beneficiando anche della riduzione degli oneri finanziari netti e delle imposte.

Dal lato patrimoniale, l’indebitamento netto industriale è risultato pari a 189 milioni, rispetto a liquidità netta industriale per 456 milioni al 30 giugno 2018, un andamento che sconta principalmente l’effetto dei versamenti discrezionali anticipati a piani pensionistici per 0,6 miliardi.

Il gruppo, dopo aver abbassato la guidance lo scorso luglio, ha confermato i target 2018, prevedendo ricavi per 115-118 miliardi, un Ebit adjusted di 7,5-8 miliardi, un utile netto adjusted pari a circa 5 miliardi e una liquidità netta industriale per circa 1,5-2 miliardi (da 3 miliardi).

Infine, si riportano i risultati escludendo il contributo di Magneti Marelli, che verrà ceduta a Calsonic Kansei per 6,2 miliardi. I ricavi netti sono aumentati del 10% a 27,6 miliardi, l’Ebit adjusted è cresciuto del 14% a 1,87 miliardi e l’utile netto adjusted è balzato del 57% a 1,34 miliardi.

La chiusura dell’operazione, inoltre, consentirà il pagamento di un dividendo straordinario di 2 miliardi, in aggiunta alla ripresa della distribuzione di un dividendo annuale ordinario nella primavera del 2019, nella misura del 20% degli utili.