Seduta incerta fin qui per i listini azionari europei, mentre i futures di Wall Street scambiano in frazionale rialzo. Intorno alle 12:20 il Ftse Mib flette dello 0,6%, debole come il Dax di Francoforte (-0,3%) e il Cac 40 di Parigi (-0,3%), mentre il Ftse 100 di Londra (+0,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (flat) schivano le vendite.
La mattinata è stata scandita da una serie di dati macroeconomici, fra cui spicca il Pil del terzo trimestre dell’Eurozona, in crescita di un modesto 0,2% su base trimestrale contro il +0,4% atteso (+1,7% la variazione annua) secondo la prima lettura. Deludente anche la stima sul prodotto interno lordo italiano, invariato dopo tre anni di espansione.
In linea con le previsioni il Pil francese e la disoccupazione di ottobre in Germania, in attesa dei prezzi al consumo tedeschi.
Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund risale sopra quota 300 punti base, penalizzato in parte dal dato debole sul Pil italiano, ma soprattutto dalle aste di titoli decennali e quinquennali, che hanno visto rendimenti in rialzo rispettivamente a 3,36% (massimo da febbraio 2014) e 2,58% (top da dicembre 2013). Il differenziale aumenta a 306 bp, con il tasso a 10 anni al 3,43 per cento. Intanto un report di Goldman Sachs pronostica breve vita per il governo Lega-M5s, che secondo gli analisti non dovrebbe superare le elezioni europee di maggio 2019.
Sul Forex l’euro resta schiacciato a 1,136 in scia alla crescita più debole del previsto nel terzo trimestre e agli strascichi dell’annuncio che Angela Merkel lascerà la guida della Cdu e non intende ricandidarsi al termine del suo attuale mandato nel 2021. Arretra lo yen a 112,8 nei confronti del biglietto verde, invariato il dollaro/yuan a 6,96, sui massimi da 10 anni.
Il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina torna al centro dei riflettori, con gli Usa pronti a imporre nuove tariffe sulla parte restante dell’import cinese laddove i colloqui con Pechino non dovessero portare i risultati sperati, nonostante l’ottimismo manifestato dal presidente Donald Trump. Intanto prosegue la stagione delle trimestrali, che nei prossimi giorni prevede tra gli altri i risultati di Facebook e Apple.
Fra le materie prime resta debole il petrolio con Wti e Brent rispettivamente a 66,6 e 76,9 dollari al barile.
Tra le big cap di piazza Affari le vendite investono soprattutto FCA (-3,5%) in attesa dei risultati, LEONARDO (-3,7%), già debole ieri per la tragedia di Leicester. In calo anche EXOR (-2%) e CNH (-1,9%), contrastate le banche in scia alla risalita dello spread dopo un avvio positivo. In rialzo anche TELECOM ITALIA (+1%), nel giorno del Cda che potrebbe decidere sulla cessione di Persidera.