Nuova seduta sull’ottovolante per Wall Street con gli indici che partono molto ben intonati nel tentativo di recuperare la caduta di venerdì scorso.
In concomitanza con le chiusure europee, i listini azzerano i guadagni ed iniziano ad avvitarsi verso il basso.
A due ore dalla fine delle contrattazioni, il Nasdaq perde il 3,2% scendendo per la prima volta da febbraio sotto i 7.000 punti, mentre S&P 500 e Dow Jones scendono entrambi di due punti percentuali con l’indice dei trenta titoli principali che in poche ore passa da una crescita di 350 punti ad una caduta di 550 chiudendo in calo di 245 (-1%).
In negativo anche tutti gli altri indici: Nasdaq (-1,6%), S&P 500 (-0,7%), Russell 2000 (-0,4%).
VIX in crescita di due punti percentuali a 24,7 dopo aver toccato un picco a 27,80.
Sull’umore dei listini pesano l’indebolita fiducia degli investitori verso i titoli tecnologici e l’incertezza per la possibile applicazione di tariffe commerciali da parte degli Stati Uniti verso la Cina sull’ultimo round di prodotti ancora esenti.
A quanto sopra, si aggiunge il calo di Boeing (-6,7%), il più pesante dal febbraio 2016, in seguito alla caduta di un suo aereo in Indonesia e la non gradita acquisizione dal mercato di Red Hat da parte di IBM (-4%) il cui titolo scende ai minimi dal 2010.
In pesante calo tutti i titoli della galassia FAANG: Facebook -2,2%, Amazon -6,3%, Apple -1,9%, Netflix -5% e Google -4,8 per cento.
Avanza, invece, il settore finanziario (+0,9%) grazie anche anche all’inalterato giudizio da parte dell’agenzia di rating S&P verso l’Italia.
Rendimenti in lieve risalita sul mercato obbligazionario con la scadenza biennale e quella decennale che guadagnano entrambe un punto base rispettivamente al 2,82% e al 3,09 per cento.
Tra le materie prime, deboli i metalli preziosi al pari del petrolio che scende dello 0,8% a 67,05 dollari al barile.