I Governi degli Stati membri dell’Unione Europea sarebbero vicini ad un accordo per la gestione dei crediti deteriorati di nuova formazione in capo alle banche.
Secondo indiscrezioni di stampa, rispetto alle proposte della Commissione Europea, l’intesa prevedrebbe di ridurre da otto a sette anni il tempo necessario per svalutare al 100% i crediti problematici garantiti, mentre per quelli non garantiti il periodo per un’integrale copertura verrebbe esteso da due a tre anni.
Per quanto riguarda la specifica categoria dei crediti problematici garantiti da immobili, sarebbe previsto di svalutarli all’80% in sette anni, all’85% in otto anni e al 100% in nove/dieci anni.
In riferimento ai crediti ristrutturati, è possibile una messa in stand by delle norme per un anno.
Una bozza di accordo, sempre secondo indiscrezioni, potrebbe essere trovata nel vertice di martedì dell’Ecofin, l’organo che riunisce i ministri delle Finanze europei.
Nel frattempo, la Bce ha indicato le priorità della Vigilanza per il 2019, vale a dire il rischio di credito (e quindi gli Npl), il risk management (tra cui l’analisi dei modelli interni, i rischi informatici e quelli di liquidità), e altre tipologie di rischi. Tra questi ultimi ci sono gli impatti legati alla Brexit e i criteri di valutazione delle attività in bilancio.