Proseguono gli acquisti sulle Borse europee, anche se Milano riduce i guadagni dell’apertura rimanendo attardata rispetto alle altre. Intorno alle 11:50 il Ftse Mib è in progresso di un modesto 0,4%, a fronte dei cospicui rialzi del Dax di Francoforte (+1,5%), il Ftse 100 di Londra (+1,6%), il Cac 40 di Parigi (+2,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,3%).
Ben intonati i futures di Wall Street, in particolare il derivato sul Nasdaq (+0,8%), dopo i conti di Facebook e in attesa della stima Adp sui nuovi impieghi nel settore privato. Nei prossimi giorni focus sui conti di Apple, in uscita giovedì e sul job report ufficiale di venerdì, mentre resta alta l’attenzione sul conflitto commerciale con la Cina, uno dei fattori di incertezza che hanno penalizzato l’azionario nelle ultime settimane, con il mese di ottobre che si avvia a risultare il peggiore degli ultimi sei anni.
Le preoccupazioni per una nuova escalation dello scontro sui dazi con Washington e per il rallentamento dell’economia interna hanno pesato anche sulla crescita del settore manifatturiero cinese, che ha registrato il tasso più debole da oltre due anni, decelerando per il secondo mese di fila.
Nell’eurozona, invece, la stima ‘flash’ sui prezzi al consumo di ottobre ha confermato le attese (+2,2%, +1,1% il dato core) e il tasso di disoccupazione di settembre è rimasto ai minimi dal 2008 all’8,1 per cento. Invariata a livello mensile l’inflazione in Italia, mentre accelera all’1,6% su base annua.
Intanto, sul Forex, l’euro/dollaro arretra ulteriormente a 1,133 e lo yuan resta sui minimi da maggio 2008 nei confronti del dollaro a 6,97, nonostante i tentativi del governo di contrastare le scommesse contro la valuta cinese. Lo yen è sceso sotto quota 113 nei confronti del dollaro, dopo la conferma della politica monetaria ultra-accomodante da parte della Bank of Japan, che ha anche abbassato le stime sull’inflazione segnalando di non avere fretta di ridurre il massiccio programma di stimolo.
Per quanto riguarda l’Italia, il tema centrale resta lo scontro con Bruxelles sulla manovra. Lo spread Btp-Bund si attesta a 302 punti base con il rendimento del decennale italiano in calo al 3,4%, all’indomani della nuova lettera inviata dalla Commissione europea in cui vengono chiesti chiarimenti sulla dinamica del debito pubblico.
Tornando a Piazza Affari, prosegue il recupero di STM (+4,5%), che approfitta della buona intonazione del settore dei microchip per rimontare dopo le vendite dell’ottava precedente. Ben intonati anche i petroliferi con SAIPEM (+3%) ed ENI (+2,1%) agevolate dal rimbalzo del petrolio (Wti e Brent rispettivamente a 66,8 e 76,9 dollari) in attesa dei dati sulle scorte domestiche Usa.
Gli acquisti premiano anche BUZZI (+2,7%), CNH (+2,7%), PRYSMIAN (+2,7%). Rimbalza LEONARDO (+2,6%), bene TENARIS (+2,6%) prima dei conti in uscita domani.
Ancora vendite su FCA (-3,2%) all’indomani della presentazione della trimestrale, realizzi su RECORDATI (-2%). Contrastati i bancari, deboli le utilities.