Dal 28 al 30 ottobre si è riunito Milano il Management Committee dell’AAE-1 – il consorzio che riunisce i 19 operatori mondiali di telecomunicazioni (per l’Italia Retelit) che hanno dato vita al primo cavo sottomarino ad alta capacità e bassa latenza tra il Mediterraneo e Hong Kong. L’incontro ha dato il via libera a un upgrade tecnologico del cavo per aumentarne la capienza da 100 GB a 200 GB, riducendo i costi e consentendo di rispondere alla domanda di traffico internet sulla rotta Eurasia da parte di Carrier e OTT, cresciuta in modo esponenziale, oltre le aspettative.
Un trend confermato anche dall’Ad di Retelit, Federico Protto, che ha espresso soddisfazione per l’incontro e ha annunciato per dicembre l’aggiornamento del piano industriale sul nuovo orizzonte 2019-2023. Nel frattempo, intorno alle 14:40, il titolo Retelit avanza del 3,5% a quota 1,371 euro.
Ad oggi, considerando il progetto AAE-1, Retelit è il quinto operatore su 19 in termini di capacità attivata sul cavo, lungo circa 25 mila chilometri, che garantisce il collegamento di tutti i principali Paesi dell’Asia, Africa e dell’Europa. In Italia il punto di approdo è a Bari dove Retelit ha costruito una landing station.
Nell’ottica di massimizzare il valore dell’investimento nel sistema in cavo sottomarino AAE-1, la società milanese è inoltre entrata nel consorzio OHM (Open Hub Med) primo hub neutrale e aperto in Italia per lo scambio delle comunicazioni dati, posizionato a Carini (Palermo).
Retelit si posizionerà così quale unico operatore in grado di raccogliere traffico da tre punti di approdo (Bari, Palermo e Marsiglia) comuni ai più importanti cavi sottomarini provenienti dall’Eurasia ovvero l’AAE-1 e il SMW-5. L’obiettivo è quello di riportare il posizionamento dell’Italia quale approdo principale del Mediterraneo nell’arco dei prossimi tre anni, in competizione con Marsiglia.
I Paesi toccati dal cavo Asia Africa Europe 1 (AAE-1), di cui il Gruppo Retelit detiene una quota del 5,5% escludendo i Paesi terminali Francia e Italia da un lato e Singapore e Hong Kong dall’altro, contano oggi il 24% degli utenti Internet mondiali nonostante un ancora basso livello di penetrazione rispetto alla popolazione totale. La conseguenza di questo trend è la crescita di domanda di capacità nella rotta Eurasia degli operatori per poter accedere ai contenuti che risiedono nei server degli Over The Top (OTT). Il traffico Eurasia ha visto un tasso di crescita nel 2016 del 41% rispetto al 2015.