Il Ftse Italia Banche termina con un ribasso dello 0,9% e in direzione opposta rispetto all’omologo europeo (+0,8%), frenando in parte anche il Ftse Mib (+0,3%).
Gli investitori continuano ad essere preoccupati per la tenuta dei conti pubblici italiani. L’attenzione è concentrata sul dialogo tra Governo e Commissione Europea dopo la bocciatura della manovra economica da parte di Bruxelles, con il testo che nel frattempo è arrivato al Quirinale.
Lo stesso organismo comunitario ha sollecitato l’Italia “a presentare tutti i fattori che sono significativi per valutare complessivamente l’osservanza dei criteri relativi al disavanzo e al debito”.
L’esecutivo ha tempo fino al prossimo 13 novembre per fornire risposte alle richieste della Commissione UE.
In tale contesto lo spread Btp-Bund si mantiene ancora sopra i 300 pb (fonte Mts Markets), rallentando ancora il comparto bancario. Il tutto in attesa che venerdì 2 novembre siano resi noti i risultati degli stress test e a pochi giorni dall’entrata nel vivo delle trimestrali.
L’esecutivo monitora attentamente gli impatti dello spread sul settore creditizio, soprattutto nella parte più debole. Il nostro sistema bancario è solido come dimostra la riduzione delle sofferenze. Stiamo vigilando sull’evolversi della situazione perché il sistema non venga messo in difficoltà dalle turbolenze”, ha affermato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
“In ogni caso qualsiasi eventuale intervento verrà implementato in conformità alla normativa vigente”, ha aggiunto Tria.
L’inquilino del Tesoro ha anche sottolineato che “le misure della manovra non impattano sul conto economico delle banche”.
Sul settore è intervenuto l’agenzia Standard & Poor’s che ha confermato i rating delle principali banche, portando in alcuni casi l’outlook da stabile a negativo, per adeguarlo a quanto deciso sull’Italia.
Nel frattempo, i Governi degli Stati membri dell’UE hanno raggiunto un accordo sul trattamento degli Npl di nuova formazione.
Seduta sottotono per i titoli del listino principali, tra i quali tiene la Banco Bpm (invariato), il cui management entro fine novembre prenderanno una decisione su Npl e riassetto del credito al consumo. Rallenta ancora Bper (-0,8%), il cui Ad Alessandro Vandelli ha dichiarato che il nuovo piano strategico sarà presentato tra fine 2018 e inizio 2019.
Sul Mid Cap ok Credem (+0,8%), su cui Standard & Poor’s ha confermato rating e outlook, mentre chiude in lieve ribasso Popolare Sondrio (-0,1%), che ha acquisito la maggioranza della Cassa di Risparmio di Cento e i cui vertici hanno dichiarato che restano in attesa di norme più chiare prima di trasformarsi in Spa. Seduta positiva per Creval (+2%), con il management focalizzato sul rilancio della redditività.
Altro stop per Mps (-1,9%), con la banca che continua ad essere osservato speciale per i possibili impatti sulla solidità patrimoniale legati all’impennata dello spread.
Tra le Small Cap nuova seduta flat per Carige, il cui cda entro il 12 novembre deciderà come ripristinare i livelli del Total Capital ratio per adeguarlo alle richieste della Vigilanza. Il ministro Tria ha fatto sapere di non vedere per la banca i presupposti per un dissesto, ragione per cui non servono interventi. Si ferma il rally di Banco Desio (-2,7%).