Oggi a mercati chiusi (alle 18:00) saranno resi noti i risultati degli stress condotti dall’European Banking Authority (EBA).
L’esame riguarda 48 banche europee (di cui 37 vigilate dalla Bce) che rappresentano il 70% degli attivi del Vecchio Continente. Gli istituti di credito italiano coinvolti sono Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, UniCredit e Ubi.
La simulazione mira a testare la capacità di resistenza delle banche in due scenari, uno di base e uno avverso. Le ipotesi riguardano, tra le altre cose, la discesa del Pil nel triennio 2018-2020 (nello scenario avverso per l’Italia è previsto un calo cumulato del 2,7%), l’aumento del tasso di disoccupazione, la riduzione dei prezzi del settore immobiliare e la crescita del tasso di disoccupazione.
Gli stress test sono stati condotti sulla base dei bilanci a fine 2017 e quindi non incorporeranno gli effetti delle operazioni (di de-risking) portate a termine quest’anno, mentre includeranno gli effetti legati all’introduzione del nuovo principio contabile Ifrs9.
Non è previsto un giudizio di promozione o di bocciatura, in quanto non è stato fissato una soglia minima di Cet1 da prendere come riferimento, come invece era accaduto negli stress test del 2016, quando era stato fissato un limite del 5,5 per cento.
Livello che comunque rappresenta, in forma non ufficiale, la soglia critica per valutare la solidità degli istituti.
Per quanto riguarda le banche italiane, viene dato per certo il superamento degli stress test. Sia il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, sia quello di Ubi, Victor Massiah, si erano detti non preoccupati dell’esito.
Si segnala che parallelamente la Bce ha condotto degli stress test su altri sei istituti italiani, considerate significative ma di dimensioni minori e di una complessità più contenuta. Tali istituti sono Bper, Iccrea, Credem, Mediobanca, Popolare di Sondrio e Carige. Gli esiti di tali test saranno comunicati solo alle banche interessate.
Solo quest’ultima, secondo i rumor, avrebbe riscontrato un Cet1 inferiore al 5,5 per cento. La banca ligure, su diktat di Francoforte, entro il 30 novembre dovrà predisporre un nuovo piano di conservazione del capitale per ripristinare i requisiti patrimoniale, in particolare il Total Capita ratio. Il cda entro il prossimo 12 novembre deciderà come muoversi in tal senso.
I risultati degli stress test saranno poi valutati dalla Bce nell’ambito dello Srep, in base al quale alle singole banche viene richiesto un limite minimo di soglie di capitale da rispettare, che saranno comunicati ad inizio 2019 per l’anno prossimo.