Mercati – Avvio in rialzo su distensioni Usa-Cina, a Milano svetta Moncler

Apertura in deciso rialzo per le Borse europee, dopo la chiusura positiva di Wall Street e i segnali distensivi lanciati dagli Stati Uniti nei confronti della Cina.

Intorno alle 9:25, a Milano il Ftse Mib guadagna l’1,5% in area 19.460 punti. Positivo anche il Dax di Francoforte (+1,5%), il Ftse 100 di Londra (+0,9%), il Cac 40 di Parigi (+1,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,2%).

Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato in un tweet di avere avuto una conversazione telefonica molto positiva con il presidente cinese Xi Jinping, aggiungendo di avere trovato convergenze in merito alle questioni commerciali.

I due presidenti si incontreranno a fine novembre a margine del G20 di Buenos Aires, dove secondo indiscrezioni Trump intende raggiungere un accordo con la Cina.

In Europa, lo spread Btp-Bund riparte in discesa in area 292 punti base con il rendimento del decennale italiano al 3,35%, mentre permangono le incertezze legate alla discussioni tra Roma e Bruxelles sulla manovra finanziaria, approdata negli scorsi giorni al parlamento italiano.

Intanto il biglietto verde rifiata nei confronti dell’euro in attesa del Job Report di ottobre in uscita oggi pomeriggio, con l’euro/dollaro che risale a 1,147, mentre il dollaro avanza nei confronti dello yen a 112.9.

Tra le materie prime, infine, ancora debole il petrolio dopo il crollo di ieri, con Wti a 63,4 $/bl (-0,4%) e Brent a 72,8 $/bl (-0,1%) a pochi giorni dall’entrata in vigore della sanzioni sull’export iraniano di greggio.

Secondo indiscrezioni, gli Stati Uniti concederanno esenzioni temporanee dalle sanzioni a otto paesi, tra cui India e Cina, ottenendo in cambio l’impegno a ridurre comunque la quota di greggio acquistata da Teheran.

Tornando a Piazza Affari, acquisti sui titoli bancari nella giornata degli stress test dell’Eba, i cui risultati verranno pubblicati a mercati chiusi, con in evidenza BANCO BPM (+4%).

In vetta al paniera principale MONCLER (+5,5%), seguita da FCA (+4,3%) dopo le vendite oltre le attese negli Stati Uniti a ottobre.

In fondo al listino invece Terna (-0,1%) ed ENI (-0,2%), su cui Morgan Stanley ha tagliato il target price confermando il giudizio “underweight”.