La multiutility veneta sta valutando un’alleanza con Italgas attraverso una joint venture nelle reti del gas. Un’operazione che consentirebbe ad Ascopiave di garantirsi una maggiore stabilità finanziaria e assicurare un adeguato flusso di dividendi ai 90 Comuni soci.
E’ quanto si apprende da Il Sole 24 Ore che riferisce l’avvio in queste settimane di uno studio sulla riorganizzazione del business che potrebbe incrementare la marginalità lorda delle attività regolate dal 50 all’80 per cento.
La strategia su cui punta la società, supportata dagli Advisor Rothschild e BonelliErede, consiste nel liberarsi del business della vendita diretta di energia elettrica e gas (i circa 700mila clienti del gruppo non sono considerati una dimensione critica sufficiente) e puntare sulla distribuzione gas, settore maggiormente regolato, e quindi più sicuro, business che a breve sarà interessato dal rinnovo delle concessioni.
Entro fine anno, gli advisor di Ascopiave dovrebbero inviare ai soggetti interessati i documenti di offerta e le trattative entreranno nel vivo nel primo semestre 2019.
Ambienti vicini a Italgas hanno fatto sapere che ogni ipotesi al riguardo è oggi prematura.
La strategia del gruppo presieduto da Nicola Cecconato potrebbe inoltre privilegiare le offerte che prevedono uno scambio con asset della distribuzione gas, se possibile attigui al territorio veneto.
Al riguardo, Edison, avrebbe già fatto pervenire una proposta informale di swap, con conguaglio cash, tra i clienti Ascopiave e Infrastrutture Distribuzione Gas, che ha reti in Veneto, Umbria e Lazio. In questa fase tuttavia la società si confronterà con tutti i potenziali partner, come la toscana Estra Hera, Iren e A2A.
Ascopiave prevede di mantenere comunque una quota di minoranza nel segmento retail (con una put da esercitare nei prossimi anni), ciò in considerazione anche del fatto che non sarà facile individuare reti gas da scambiare di pari valore.
Secondo un articolo de Il Sole 24 Ore, l’eventuale plusvalore generato dalla cessione del business retail potrebbe essere investito in uno schema a partecipazioni incrociate: Ascopiave cederebbe una quota di minoranza delle proprie reti (con valore del capitale investito netto ai fini regolatori, Rab, di circa 460 milioni) a Italgas, la quale a sua volta creerebbe una newco con gli asset detenuti in Veneto (Rab stimato in 650 milioni) vendendone una minoranza alla multiutility.
Tale operazione del valore di oltre 1 miliardo di Rab, al netto di eventuali obiezioni dell’Antitrust, genererebbe sinergie per entrambi gli operatori. Da un lato Ascopiave, oggi sesto operatore nazionale nella distribuzione di gas, metterebbe a disposizione la propria esperienza sul territorio, dall’altro lato Italgas, numero uno in Italia nella distribuzione, consoliderebbe la propria crescita nel territorio nazionale oltre a fornire un importante contributo in termini di expertise e organizzazione.