L’amministratore delegato della terza banca tricolore sottolinea come, nonostante la banca abbia superato il test, la metodologia adottata non permetta di cogliere a pieno la situazione dell’istituto. In particolare sulla realizzazione del piano di de-risking concordato con la Bce, realizzato in misura superiore e in tempi più ristretti rispetto al previsto. Inoltre, la fotografia dell’Eba non coglie i benefici della ristrutturazione post fusione. In Borsa i titoli cedono il 2%, poco più dell’indice del settore che cala dell’1,6%, più per i movimenti dello spread che per gli esiti dei test.
Banco Bpm ha superato l’esame degli stress test, anche se alcuni elementi della metodologia adottata hanno sfavorito il risultato dell’istituto nello scenario avverso in termini di patrimonializzazione.
Il test, infatti, utilizza in modo statico i dati a fine 2017 e quindi include alcuni elementi penalizzanti, come i costi one-off derivanti dalla fusione tra Banca Popolare di Milano e Banco Popolare, ma non recepisce i miglioramenti che sono stati realizzati successivamente.
“Siamo soddisfatti sia per l’esito che abbiamo avuto nello scenario base che in quello avverso”, ha commentato Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm, in un’intervista al Sole24ore, “in quello base, ci posizioniamo ai vertici in Europa dimostrando la validità della fusione tra Bpm e Banco Popolare e la capacità del gruppo di creare valore. Nello scenario avverso ci siamo mostrati resilienti, malgrado lo stress test sia stato condotto su parametri che non tengono conto di elementi peculiari per la nostra banca, l’unica in Europa ad aver effettuato una fusione rilevante”.
Castagna ha sottolineato come la banca abbia già superato i target di riduzione degli Npl fissati dalla Bce. Sono stati già ceduti 10 miliardi di sofferenze, contro gli 8 miliardi concordati con l’autorità di controllo in sede di approvazione della fusione. Entro l’anno potrebbe concludersi l’operazione di cessione di un’ulteriore tranche da 8 miliardi, portando a circa il doppio del previsto la quota dismessa.
Per fare questo, senza indebolire la posizione patrimoniale, Banco Bpm sta trattando con Crédit Agricole per la valorizzazione di Agos Ducato, la società di credito al consumo in cui i due istituti sono attualmente partner. Castagna, invece, ritiene che, se lo scenario economico non cambierà, non sarà necessario procedere con la cessione della quota del 14,6% di Anima Holding.
Il prossimo 7 novembre saranno presentati i risultati dei conti del terzo trimestre.
Certo, oltre agli aspetti positivi legati al piano di ristrutturazione e di de-risking portato avanti con successo dall’istituto di piazza Meda, rispetto alla fotografia degli stress test c’è da registrare il peggioramento dello scenario economico con l’impennata dello spread.
A questo riguardo, Castagna ha sottolineato come la banca abbia assorbito il contraccolpo e, per quanto riguarda l’effetto dei titoli di Stato sul portafoglio, abbia proceduto a un ribilanciamento per avere una penalizzazione inferiore sui conti. Tuttavia, il manager si augura che la situazione si stabilizzi prima che tale livello dei tassi provochi una stretta creditizia e un conseguente rallentamento economico.
In Borsa intorno alle 11:00 i titoli cedono il 2% a 1,7 euro, un calo leggermente superiore a quello dell’indice del settore che scende dell’1,6%, più per il rialzo dello spread sui timori legato all’approvazione della manovra, che per gli esiti dei test.