Finale debole per il Ftse Mib, in flessione dello 0,6% a 19.281 punti. Incerti il Dax di Francoforte (-0,2%), il Ftse 100 di Londra (+0,1%), il Cac 40 di Parigi (flat) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%), mentre a Wall Street S&P 500 e Dow Jones sono in frazionale rialzo e il Nasdaq cede l’1 per cento.
Oltreoceano cresce l’attesa per le elezioni di mid-term di domani, che vengono viste come una sorta di referendum sull’operato di Donald Trump fin qui e potrebbero confermare o meno la supremazia repubblicana negli Stati Uniti anche nella seconda parte del mandato presidenziale.
Giovedì, invece, l’attenzione si sposterà sulla Fed, che lascerà i tassi invariati preparando il terreno per un intervento a dicembre, il quarto del 2018 dopo il solido job report di venerdì, che ha evidenziato una crescita annua dei salari medi a livelli record da nove anni e mezzo e un aumento degli occupati superiore alle attese.
Guardando in Europa, si attendono in settimana le revisioni ufficiali sulle stime di crescita, mentre si tiene oggi la discussione dell’Eurogruppo sulla manovra italiana, con la partecipazione del ministro economico Giovanni Tria. Sull’obbligazionario, intanto, lo spread Btp-Bund resta in area 289 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,32 per cento.
Sul Forex l’euro/dollaro torna in area 1,14, poco mosso come il cambio fra biglietto verde e yen, che resta a 113,2. In rialzo la sterlina, a 1,3 dollari e 0,875 nei confronti della moneta unica, sulla notizia che le trattative per la Brexit potrebbero sbloccarsi dopo due settimane di stallo.
Tra le materie prime, accelerano le quotazioni del greggio nel giorno in cui scattano le sanzioni Usa all’Iran, con il Brent (+1,5%) a 73,9 dollari e il Wti (+1,3%) a 64 dollari.
A Piazza Affari vendite soprattutto su STM (-3,9%), che ha avviato un programma di acquisto di azioni proprie, e BPER (-3,4%), penalizzata dal downgrade di Goldman Sachs da ‘neutral’ a ‘sell’ con target price abbassato da 4,10 euro a 3 euro.
Sottotono le banche, CNH (-2,4%), PRYSMIAN (-2,3%) e BREMBO (-2,3%). In vetta al Ftse Mib CAMPARI (+1,6%) e ITALGAS (+1,4%), quest’ultima sostenuta dai risultati, che invece non agevolano FERRARI (-1,1%).
Bene FCA (+1,2%) nonostante il calo delle immatricolazioni in Italia (-16,8%) a ottobre, dopo il balzo di venerdì sull’onda dell’andamento positivo delle vendite negli Stati Uniti.