“Pur a fronte di un esercizio di stress particolarmente severo (sia in termini di scenario macro che di metodologia) svolto partendo da un anno straordinario per Ubi, i ratio patrimoniali del gruppo confermano buona resilienza, e registrano un impatto in ipotesi di scenario avverso migliore della media del campione europeo analizzato (phased in 338 pb per Ubi vs 410 pb per la media europea; fully loaded 374 pb per Ubi vs 395 pb per la media europea)”.
È quanto sottolinea Ubi in una nota emessa dopo la comunicazione dei risultati degli stress test condotti dall’EBA in collaborazione con la Banca d’Italia e la Banca Centrale Europea.
Il comunicato precisa che “lo stress test 2018 si basa sui dati a fine 2017 che non riflettono ancora i benefici attesi dall’implementazione del piano industriale aggiornato a maggio 2017, in corso di effettiva progressiva realizzazione, ed in particolare il forte contenimento degli oneri operativi a seguito dell’avvenuta rapida integrazione delle tre banche in Centro Italia, della forte riduzione degli effettivi e degli sportelli, eccetera”.
L’approccio “static balance sheet” prescritto dalla metodologia dello stress test – conclude la nota – “non consente inoltre di tenere conto della progressiva riduzione dei crediti deteriorati, dovuta sia all’importanza dei recuperi sia a vendite di Npl avvenute e in corso”.