Mattinata sottotono per il comparto bancario a Piazza Affari. Intorno alle 11:25 il Ftse Italia Banche registra un calo dell’1,6 per cento.
L’andamento potrebbe essere influenzato da qualche presa di profitto dopo il rimbalzo di oltre il 6% della scorsa ottava, grazie anche alla performance di venerdì che aveva beneficiato delle attese positive, poi confermate dai numeri, della buona resilienza mostrata dalle banche italiane agli stress test condotti dall’EBA.
Tuttavia, il focus del mercato resta rivolto soprattutto sull’esito del dialogo tra Governo italiano e Commissione Europea sulla manovra, con Roma che ha tempo una settimana per rivedere il testo della legge di Bilancio.
“Abbiamo alcuni punti di disaccordo, ma questo non significa che non possiamo avere un dialogo, un dialogo costruttivo tra la Commissione e l’Italia”, ha affermato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a margine del vertice con i colleghi europei a Bruxelles.
Il commissario agli Affari Economici, Pierre Moscovici, ha ribadito di attendere entro il 13 novembre una risposta forte e precisa da parte del Governo italiano sui rilievi presentati dalla Commissione Europea sulla manovra. In caso di mancato accordo, ha precisato, l’Italia potrebbe subire delle sanzioni.
In tale contesto lo spread Btp-Bund si riporta in prossimità dei 300 pb (a 297 punti base) dai 290 pb (fonte Mts Markets), frenando il settore creditizio. Il tutto nell’entrata del vivo della stagione delle trimestrali.
In rosso tutti i titoli del Ftse Mib, con Intesa Sanpaolo (-1,6% a 1,94 euro), Bper (-2,9% a 3,29 euro), UniCredit (-1,6% a 11,40 euro), Ubi (-3,1% a 2,71 euro), Banco Bpm (-3,1% a 1,68 euro) e Mediobanca (-1,7% a 7,71 euro).
Stesso copione sul Mid Cap con Credem (-2,3% a 5,15 euro), Mps (-2,8% a 1,51 euro), Popolare Sondrio (-2,1% a 2,81 euro) e Creval (-1,8% a 0,0924 euro). Tra le Small Cap soffre Carige (-4,4% a 0,0043 euro).