Obbligazioni – Ecofin e, forse, voto di fiducia

Dopo la scontata posizione unanime dell’Eurogruppo sulla manovra italiana, nell’attesa della risposta che dovrà essere inviata a Bruxelles tra una settimana esatta da oggi, è la volta dell’Ecofin.

Difficile, anzi, impossibile non immaginare l’accerchiamento del ministro Tria tra i suoi omologhi europei, ma, come già sottolineato precedentemente, si tratta di passaggi obbligati, parte di un protocollo scontato. Meno scontata invece la necessità per il premier Conte di dover arrivare a porre la fiducia al Governo sul “decreto Sicurezza”.

Il confronto tra i due alleati di governo, non scevro da attriti non secondari ma fisiologici considerate le diverse basi elettorali, avviene al momento su argomenti di rilievo, ma in controluce rispetto alle questioni più spinose.

Sono comunque passaggi fondamentali per sondare la solidità dell’attuale coalizione e, in caso positivo, per rafforzare le fondamenta di quella che viene ormai definita la “Terza Repubblica”.

I Btp tengono e si consolidano, beneficiando peraltro di un’attenzione internazionale focalizzata sul tema odierno principale, le elezioni americane, il cui responso sarà noto già nelle prime ore del mattino europeo di domani.

In sintesi: i rendimenti dei titoli italiani confermano di massima i progressi di ieri e si collocano, in apertura, su livelli appena marginalmente più alti con il decennale al 3,35%.

Lo spread col Bund si mantiene attorno a 290, mentre il dollaro si posiziona appena sopra 1,14 con un T-bond fermo al 3,20%.

Ancora una lieve limatura per gli spread dei corporate high-yield europei che non riescono ancora a bucare al ribasso la barriera dei 400 punti base, mentre quelli in dollari si avvicinano alla soglia di 370.