Banca Farmafactoring chiude i primi nove mesi del 2018 con una riduzione del margine di intermediazione contabile del 7,7% a 133,3 milioni rispetto al corrispondente periodo del 2017.
Tale riduzione è da ricondurre alla voce positiva one-off pari a 25,2 milioni relativa all’incasso degli interessi di mora del periodo gennaio-settembre 2017. Senza considerare la voce one-off, il margine di intermediazione registrerebbe un incremento di circa l’8 per cento.
I costi operativi contabili si sono incrementati a 50,6 milioni dai 47,1 milioni dei primi nove mesi del 2017. Aumento giustificato dagli investimenti e dalle nuove assunzioni effettuate per aprire la branch portoghese e per operare in regime di libera prestazione di servizi in Grecia e Croazia.
Tali dinamiche hanno portato ad un utile netto contabile di 58 milioni, un importo che si confronta con i 68,3 milioni del corrispondente periodo del 2017. Il risultato bottom line dello scorso anno includeva 13,7 milioni di proventi straordinari e gli incassi record di interessi di mora, al netto dei quali si sarebbe attestato a circa 54,5 milioni.
I crediti verso la clientela a fine settembre 2018 ammontano a 3,98 miliardi, in crescita rispetto ai 2,6 miliardi del periodo di confronto.
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine settembre il Cet1 si attesta al 12,2% (12,6% al 31 dicembre 2017).
Massimiliano Belingheri, amministratore delegato di Banca Farmafactoring, ha commentato così i risultati: “il gruppo presenta una crescita del portafoglio crediti e dei volumi in tutti i business e paesi in cui opera. L’accresciuta incertezza sulle finanze pubbliche e condizioni di liquidità più rigide dovrebbero offrire maggiori opportunità di crescita per il nostro business”.
Nella tabella seguente sono esposti il conto economico contabile e rettificato:
L’utile netto rettificato dei primi nove mesi del 2018 è calcolato escludendo le seguenti voci:
• 1,5 milioni (2,1 milioni ante imposte) di impatto positivo a conto economico, derivante dalla variazione del tasso di cambio EUR/PLN sul prestito contratto per l’acquisto di BFF Polska (ex Magellan), controbilanciato da una variazione negativa della riserva patrimoniale (inclusa nei coefficienti patrimoniali), riflettendo l’hedging naturale tra questi due elementi;
• 0,9 milioni (1,3 milioni ante imposte) di costi relativi alla contabilizzazione delle stock option; questa voce genera una riserva di capitale positiva e, dunque, non ha alcun impatto sul patrimonio netto di gruppo;
• 0,5 milioni (0,7 milioni ante imposte) di costi relativi al contributo straordinario al Resolution Fund del 2016.
L’utile netto rettificato dei primi nove mesi del 2017 è stato calcolato escludendo le seguenti voci:
• 1,4 milioni (2 milioni ante imposte) di impatto negativo a conto economico, derivante dalla variazione del tasso di cambio EUR/PLN sul prestito contratto per l’acquisto di BFF Polska, controbilanciato da una variazione positiva della riserva patrimoniale;
• 17,8 milioni (25,2 milioni ante imposte) di utile one-off relativo al cambiamento dal 40% al 45% della stima d’incasso degli interessi di mora;
• 1,7 milioni (2,4 milioni ante imposte) di costi straordinari relativi all’Ipo. Tutti i costi della quotazione sono stati totalmente spesati;
• 1,1 milioni (1,5 milioni ante imposte) di costi relativi alle stock option; questa voce genera una riserva di capitale positiva e, dunque, non ha alcun impatto sul patrimonio netto di gruppo.