Proseguono gli acquisti sulle piazze finanziarie europee. Intorno alle 11:50 il Ftse Mib di Milano guadagna l’1,4%, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (+1%), il Ftse 100 di Londra (+1,3%), il Cac 40 di Parigi (+1,4%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,5%).
A spingere i listini continentali contribuisce anche la buona intonazione dei futures di Wall Street, che puntano verso un avvio in rialzo all’indomani delle elezioni di mid-term.
Le urne non hanno riservato sorprese, con i democratici che hanno riconquistato la maggioranza alla Camera dopo otto anni mentre il controllo del Senato è rimasto in mano ai repubblicani. Una spaccatura che potrebbe parzialmente ostacolare l’agenda politica del presidente Donald Trump nei prossimi due anni, rendendo necessaria una continua mediazione per raggiungere maggioranze bipartisan necessarie.
Il dollaro si indebolisce fino a sfiorare quota 1,15 nei confronti dell’euro ma tiene sopra la soglia dei 113 yen.
Timido ribasso per il rendimento del T-Bond, che scende appena al di sotto del 3,20%, in attesa del meeting della Fed, che dovrebbe mantenere invariati i tassi di interesse per poi alzarli a dicembre. Gli operatori, piuttosto, si aspettano indicazioni sulle prossime mosse di politica monetaria nel 2019.
In Europa restano in primo piano le trattative per la revisione della manovra italiana, mentre si avvicina la deadline del 13 novembre per la presentazione della nuova bozza di bilancio. Se Bruxelles continua a minacciare l’apertura di una procedura d’infrazione laddove non vengano apportati i correttivi desiderati, il Governo Conte sembra più rivolto alla ricerca di un corretto baricentro interno ricorrendo ad un voto di fiducia e ribadendo all’esterno, per voce del ministro Tria, la disponibilità generica ad un dialogo costruttivo. Intanto lo spread Btp-Bund si riduce a 291 punti base con il rendimento del decennale italiano al 3,33 per cento.
Tra le materie prime, infine, risalgono di oltre un punto percentuale le quotazioni del greggio, con Wti e Brent rispettivamente a 62,9 e 73,3 dollari al barile in attesa dell’uscita, questo pomeriggio, dei dati settimanali Eia sulle scorte Usa. Intanto l’Opec + sta discutendo nuovi tagli alla produzione nel 2019 in virtù del progressivo incremento delle riserve.
Tornando a Piazza Affari gli acquisti premiano soprattutto PIRELLI (+3,2%), SNAM (+3%) dopo i risultati e il nuovo piano al 2022 e CAMPARI (+3%) all’indomani della trimestrale migliore delle stime.
In luce anche ENI (+2,1%), FCA (+2%) e BANCO BPM (+2,1%). Quest’ultima pubblicherà oggi i risultati così come CNH (+1,3%) e BREMBO (+1,6%).
Debole UBI (-1,6%) nonostante l’utile netto sopra il consensus nel terzo trimestre, bene ENEL (+1,5%) premiata dai conti usciti ieri a mercati chiusi.