A circa mezz’ora dall’avvio delle contrattazioni, il titolo Tiscali segna un rialzo del 12,7% a 0,0151 euro, sovraperformando il Ftse Italia Small Cap (+0,6%). A sostenere le quotazioni, i rumors secondo cui Fastweb avrebbe alzato la propria offerta per alcuni asset della società sarda.
Lo scorso luglio i due gruppi tlc avevano raggiunto un’intesa che prevedendo l’acquisto da parte di Fastweb della licenza detenuta da Aria (controllata di Tiscali) per 40 MHz nella banda 3.5 GHz, oltre al ramo di azienda Fixed Wireless Access (Fwa) di Tiscali, che comprende infrastrutture (836 torri) e 34 addetti, per un controvalore complessivo di 150 milioni.
A seguito dell’asta per il 5G, che ha aumentato il valore anche delle frequenze attigue come quelle di Tiscali, oggi fonti di stampa riportano che Fastweb starebbe studiando un rilancio mettendo sul piatto un prezzo più alto in contanti di circa 30-40 milioni e maggiori assunzioni (oltre alle 34 già concordate, altre dieci) per concretizzare l’intesa.
Il suddetto accordo tra Fastweb e Tiscali ha fatto storcere il naso a Vodafone e Iliad che avrebbero presentato un ricorso dinanzi al Tar con l’obiettivo di mettersi di traverso e impedire un matrimonio che, secondo l’accusa, metterebbe in posizione privilegiata proprio Fastweb.
Mentre i vari operatori hanno infatti dovuto investire complessivamente 6,5 miliardi per acquisire dal Ministero i diritti di licenza sulle frequenze per il 5G, Fastweb se la sarebbe cavata con una cifra contenutissimo, grazie a un accordo tra aziende private.
Per questo motivo l’accordo tra Fastweb e Tiscali è stato già oggetto di alcune segnalazioni all’Antitrust italiana e di un’interrogazione parlamentare, in quanto le bande di frequenza oggetto dell’intesa sono diventate cruciali in ottica 5G.
Lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico starebbe inoltre valutando la sussistenza di un eventuale danno erariale (le cifre che circolano fanno riferimento a un mancato introito pari a circa 4 miliardi) a seguito dell’accordo tra Fastweb e Tiscali. Per confermare le ipotesi e intervenire tecnicamente servirà però il parere della Corte dei Conti.