Banca Ifis ha archiviato il terzo trimestre 2018 con un margine di intermediazione pari a 125,4 milioni (+2,7%% rispetto al periodo di confronto), mentre l’utile netto si è fissato a 22,8 milioni (-49,8% rispetto al terzo trimestre 2017).
Banca Ifis, nel periodo luglio-settembre 2018, ha registrato un margine di intermediazione pari a 125,4 milioni (+2,7% rispetto al periodo di confronto).
Per quanto riguarda il contributo al giro d’affari delle singole macroaree di business, il settore imprese ha riportato un margine di intermediazione di 76,5 milioni (-13,9% rispetto al terzo trimestre 2017). Nello specifico, quest’area di business ha contribuito per 57 milioni (+1,5% a/a) al margine di interesse e per 20,2 milioni (+4,3 rispetto al periodo luglio-settembre 2017) alla componente commissionale. Si ricorda che questa attività è a sua volta suddivisa nei sottosettori relativi al factoring, ai crediti commerciali, al corporate banking, al leasing e ai crediti fiscali.
In significativa crescita l’apporto della divisione Npl, che ha realizzato un margine di intermediazione di 48,9 milioni (+66,5% rispetto al periodo di confronto). In particolare, tale business ha contribuito al margine di interesse per 43,1 milioni (+46,6% a/a).
Infine, il settore Governance & Servizi, che fornisce ai settori operativi dei core business del gruppo le risorse finanziarie e i servizi necessari per lo svolgimento delle rispettive attività, ha registrato un margine di intermediazione nullo (positivo per 3,8 milioni nel periodo di confronto), con un contributo leggermente negativo di 0,5 milioni al margine di interesse (+6,3 milioni nel periodo di confronto) e di 0,3 milioni alle commissioni nette (+1,1 milioni nel terzo trimestre 2017).
I costi operativi sono rimasti stabili a 58,4 milioni. Nel dettaglio, le spese per il personale sono aumentate a 27,8 milioni (+14,5% a/a) in seguito alla crescita dei dipendenti per le acquisizioni effettuate, mentre gli altri costi sono scesi a 30,6 milioni (-10,1% rispetto al periodo luglio-settembre 2017) grazie a un recupero di imposta e ad altri proventi generati dall’acquisizione di Credifarma.
Dinamiche che hanno portato a un risultato lordo di gestione di 67 milioni (+5,1% rispetto al terzo trimestre 2017).
Dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti salite a 28,9 milioni (1,1 milioni nel periodo di confronto) e relative soprattutto a due controparti con esposizioni altamente significative con cui ci sono rapporti di lunga data, il risultato netto di gestione si è fissato a 38,1 milioni (-39,1% a/a).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 22,8 milioni, a fronte dei 45,5 milioni del corrispondente periodo del 2017.
Sul fronte della solidità patrimoniale, il Cet1 al 30 settembre 2018 si è attestato al 14,63% (15,64% a fine 2017).