L’indice di settore cede l’1,8% dopo le stime europee di un rallentamento della crescita del Pil 2018 e una stima di rapporto deficit/Pil 2019 al 2,9% che hanno riportato lo spread a quota 300. Intesa Sanpaolo cede l’1,1% mentre UniCredit perde il 4 per cento.
Volge in rosso il settore bancario italiano in Borsa, nonostante l’exploit di Banco Bpm dopo la presentazione dei conti.
L’indice Ftse Italia Banche cede attorno alle 12:30 l’1,8% dopo la comunicazione delle stime della Commissione Europea della crescita economica nei diversi Paesi. Quelle per l’Italia hanno subito un taglio all’1,1% di incremento del Pil atteso per il 2018 dal precedente 1,3 per cento. Per il 2019 la crescita è prevista all’1,2% e all’1,3% nel 2020. Una locomotiva che non tira come sperato e la cui conseguenza è la previsione di un rapporto deficit/Pil al 2,9% nel 2019.
Non si è fatta attendere la reazione dello spread schizzato a quota 300 e di conseguenza il nuovo calo delle banche. Intesa Sanpaolo cede l’1,1% a 2 euro, nonostante l’apprezzamento dei risultati della trimestrale. L’amministratore delegato Carlo Messina è in questi giorni a Londra per un roadshow che dovrebbe portarlo a incontrare ben 110 investitori.
Dal minimo del 24 ottobre le azioni Intesa Sanpaolo hanno recuperato il 7,8% e oggi prevalgono alcune prese di beneficio prudenziali, in relazione al contesto economico. Secondo quanto riportato da Bloomberg il target price medio degli analisti è pari a 2,64 euro, che rappresenta un upside di oltre il 30% rispetto agli attuali corsi. Il giudizio degli analisti è piuttosto equamente diviso tra coloro che consigliano di comprare (50%) e quelli che raccomandano di mantenere il titolo. Bloomberg segnala un solo ‘sell’.
Più marcata la reazione di UniCredit che sta perdendo il 4% a 11,3 euro, dopo la presentazione dei conti che presentano un utile netto inferiore alle attese per l’impairment della controllata turca Yapi e per gli accantonamenti relativi alle sanzioni americane.