A settembre 2018, secondo la IATA (International Air Transport Association), la domanda aerea (misurata in RPK, cioè il numero di passeggeri paganti trasportati moltiplicato per il numero di km volati) è cresciuta del 5,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, inferiore all’incremento medio dei primi otto mesi dell’anno (+6,7%).
Come segnala l’organizzazione internazionale che rappresenta 265 compagnie aeree, corrispondenti all’83% del traffico aereo globale, il decremento è dovuto essenzialmente alla diminuzione delle offerte tariffarie delle compagnie aeree alle prese con un continuo rincaro del carburante, oltre che agli effetti deterrenti legati agli uragani che hanno caratterizzato sia le regioni americane che quelle orientali.
Il traffico internazionale è cresciuto in media del 4,9%, con passeggeri in crescita in tutte le regioni rispetto a settembre 2017. In Asia-Pacifico la crescita è stata del 5,4%, in rallentamento rispetto al +7,4% registrato ad agosto. La contrazione risente almeno in parte dei fenomeni atmosferici avversi su quest’area geografica, che hanno costretto ad esempio alla chiusura per molti giorni dell’Aeroporto internazionale di Kansai, in Giappone.
In Europa il traffico internazionale è cresciuto del 5,2%, sostanzialmente in linea con agosto (+5,4%). Nonostante ciò, si assiste comunque a un rallentamento rispetto al trend al rialzo manifestatosi dall’inizio dell’anno. La crescita passeggeri in Medio Oriente è stata dell’1,8%, la più bassa dopo quattro mesi.
I passeggeri sono cresciuti del 5% in Nord America, in netto aumento rispetto al +3,7% registrato ad agosto. In questo caso la fase positiva dell’economia statunitense sta spingendo in alto anche i risultati delle compagnie aeree della regione.
La crescita più forte è quella registrata dall’America Latina (+7%), ben al di sopra del +4,4% di agosto. Passeggeri in crescita del 6% in Africa, in questo caso in diminuzione rispetto al mese precedente (+6,8%).
Anche il traffico passeggeri domestico è cresciuto a settembre, mediamente +6,5%, in rallentamento rispetto al +7,5% registrato ad agosto. Anche in questo caso, almeno in parte, la contrazione è riconducibile ai fattori meteorologici avversi.