Intorno alle 16:00 Milano resta lievemente attardata rispetto alle altre piazze europee, con il Ftse Mib in flessione dello 0,4 per cento. Flat il Dax di Francoforte e il Cac 40 di Parigi, poco mosso l’Ibex 35 di Madrid (+0,2%) e progresso più marcato per il Ftse 100 di Londra (+0,5%). Nel frattempo, a Wall Street, gli indici azionari americani hanno aperto deboli, lievemente sotto la parità, in attesa della Federal Reserve.
Archiviate le elezioni di midterm, il focus degli operatori si sposta infatti sulla banca centrale americana e sul Presidente Jerome Powell. Scontati il mantenimento dei tassi al livello corrente e il rialzo a dicembre, sarà interessante ascoltare l’aggiornamento sullo stato dell’economia per avere indicazioni sulla politica monetaria del 2019, anche se gli ultimi solidi dati non dovrebbero aver modificato l’attuale scenario.
Nel Vecchio Continente, invece, sono state diffuse le nuove previsioni macroeconomiche della Commissione europea, che confermano il rallentamento della crescita e la vulnerabilità rispetto ad alcuni persistenti fattori di incertezza. L’Italia, in particolare, resta fanalino di coda nell’eurozona per quanto riguarda la crescita, prevista all’1,1% quest’anno, all’1,2% nel 2019 e all’1,3% nel 2020. Il rapporto deficit/Pil dovrebbe salire al 2,9% il prossimo anno e al 3,1% nel 2020, con il deficit strutturale in peggioramento.
Stime che contrastano con le proiezioni ottimistiche contenute nella manovra e sottolineano ancora una volta la divergenza tra Roma e Bruxelles sui conti domestici, mentre si avvicina la deadline del 13 novembre entro cui apportare i dovuti correttivi alla bozza di bilancio.
Nel frattempo, sul Forex, l’euro /dollaro risale a 1,144 mentre sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund continua ad oscillare tra 290 e 300 bp, attestandosi a 294 bp, con il rendimento del decennale italiano al 3,39 per cento.
Tra le materie prime tornano in negativo le quotazioni del greggio, con Wti e Brent rispettivamente a 61,1 e 71,5 dollari, all’indomani del nuovo aumento delle scorte Usa mentre l’Opec continua a studiare un incremento dell’offerta.
Tornando a Piazza Affari gli acquisti premiano soprattutto BANCO BPM (+4,8%) dopo i risultati, FINECO (+3,1%) e TELECOM ITALIA (+2,6%), sostenuta dalle indiscrezioni su “dialoghi avanzati” con Open Fiber per un accordo commerciale. In evidenza anche AZIMUT (+2,7%) e POSTE ITALIANE (+2%) in scia ai conti, che invece penalizzano UNICREDIT (-3,8%).
Sottotono anche MEDIASET (-4,2%), appesantita dai rumors secondo cui il progetto di creazione di un network di canali tv non a pagamento con ProsiebenSat1 e TF1 potrebbe spingere il gruppo di Cologno Monzese a un compromesso con Vivendi sul contenzioso Premium: si parla di un risarcimento da 400-500 milioni contro i 3 miliardi di risarcimento danni chiesti ai francesi (udienza al Tribunale di Milano è fissata per il 4 dicembre).