Il gruppo ha chiuso i primi nove mesi del 2018 con ricavi in aumento del 5% a 1.300 milioni, mostrando una forte crescita a parità di cambi in tutti i principali mercati di riferimento grazie soprattutto al buon andamento delle macchine per il caffè. La marginalità è risultata sostanzialmente stabile rispetto al pari periodo del 2017, con l’incremento dei volumi compensato dai maggiori costi delle materie prime. L’utile netto è diminuito del 9,7% a 82 milioni, mentre la posizione finanziaria netta è positiva per 54,5 milioni. Confermati i target 2018.
De’Longhi ha chiuso i primi nove mesi del 2018 con ricavi in crescita del 5% a 1.300 milioni (+9% a cambi costanti), grazie alla crescita organica di tutte le principali aree geografiche.
Nel dettaglio, l’Europa sud-occidentale ha segnato un +2,5% a 520,6 milioni (+3,4% la variazione organica), con il buon andamento in Germania che ha compensato le criticità nell’area mediterranea.
L’Europa nord-orientale ha registrato un progresso del 8,8% a 327,2 milioni (+14%,3 la variazione organica), mentre l’area MEIA ha segnato un +0,8% a 94,6 milioni (+7,8% la variazione organica) grazie in particolare all’accelerazione nel terzo trimestre.
Infine, l’APA ha evidenziato una crescita del 6,6% a 357,9 milioni (+13% la variazione organica), con un significativo incremento delle vendite in Nord America, Giappone e in Cina.
L’andamento dei margini da un lato ha beneficiato della sostenuta crescita organica, mentre dall’altro ha risentito di una certa pressione sul costo delle materie prime, in linea con le aspettative della società, e dal riposizionamento prezzi in alcuni mercati.
L’Ebitda adjusted è aumentato dell’1,7% a 159,5 milioni, con un’incidenza sul fatturato al 12,5% (-40 punti base), mentre l’Ebit è rimasto sostanzialmente stabile a 112,9 milioni, con un ros all’8,7% (-50 punti base).
Il periodo si è chiuso con un utile netto in calo del 9,7% a 82 milioni. Da segnalare però che nello scorso esercizio il risultato aveva beneficiato di proventi non ricorrenti per 15,3 milioni legati principalmente alla revisione del fair value dell’earn-ou di Braun.
Dal lato patrimoniale, la liquidità netta, rispetto al 31 dicembre 2017, è diminuita di circa 196,1 milioni a 54,5 milioni, dopo 149,5 milioni di dividendi distribuiti e 44,6 milioni di investimenti.