doBank ha archiviato i primi nove mesi del 2018 con ricavi consolidati lordi pari a 161,9 milioni (+11% rispetto al periodo di confronto). Al netto di commissioni passive per 16 milioni (+20% a/a), il giro d’affari ha toccato 145,9 milioni (+10% nei primi nove mesi del 2017).
I ricavi da servicing sono saliti a 144,2 milioni (+9% annuo), con una crescita sia dei ricavi da performance fee per il maggiore volume di incassi, sia i ricavi da base fee, legati alla crescita degli asset under management, che gli indennizzi da cessioni di portafogli da parte dei clienti. Nello specifico, i ricavi verso banche sono scesi a 93 milioni (-19% rispetto al periodo di confronto), mentre quelli verso gli investitori sono aumentati dai 17,2 milioni dei primi nove mesi del 2017 a 51,2 milioni.
Il giro d’affari generato da prodotti ancillari e attività minori ha toccato 17 milioni (+30% rispetto al periodo gennaio-settembre 2017). A tale performance hanno contribuito i proventi dei titoli ABS delle due cartolarizzazioni Romeo SPV e Mercuzio Securitisation e la crescita registrata nei ricavi da servizi di business information, due diligence, master servicing e data remediation, nonché il rimborso delle spese sostenute dalla branch greca doBank Hellas, pari a 1,5 milioni.
Si segnala che nel periodo si sono registrati costi di start-up, per l’avvio delle attività in Grecia e per lo sviluppo del business Utp in Italia, pari a 0,8 milioni.
I costi operativi sono leggermente cresciuti a 91,5 milioni (+1% annuo). Nello specifico, le spese del personale hanno raggiunto 68,1 milioni (+16% rispetto ai primi nove mesi del 2017), per effetto del rafforzamento nel top management e all’introduzione del nuovo sistema incentivante post quotazione, mentre le spese amministrative sono diminuite a 23,4 milioni (-26% annuo) in seguito riduzione dei costi IT, al minore ricorso a servizi in outsourcing, per il venire meno di attività progettuali presenti nel 2017 e alle efficienze di costo nelle spese generali.
Tali dinamiche hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 54,4 milioni (+30% rispetto al periodo gennaio-settembre 2017) e, al netto di alcune rettifiche, a un risultato netto di gestione pari a 54,1 milioni (+32% a/a).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 34,8 milioni (+29% rispetto al periodo gennaio-settembre 2017).
Gli asset under management, a fine settembre, salgono a 83,5 miliardi rispetto ai 76,7 miliardi al 31 dicembre 2017 grazie a nuovi contratti di servicing per oltre 12 miliardi.
La posizione finanziaria netta, al 30 settembre 2018, è positiva per 37,5 milioni (liquidità netta di 38,6 milioni a fine 2017).
Sul fronte della solidità patrimoniale, il Cet1 a fine settembre si attesta al 29,1% (26,4% al 31 dicembre 2017).