Piazza Affari archivia le contrattazioni in rosso e nuovamente arretrata rispetto alle principali borse europee. Il Ftse Mib chiude in calo dello 0,9% a 19.258 punti, sotto-performando il Dax di Francoforte (flat), il Ftse 100 di Londra (-0,5%), il Cac 40 di Parigi (-0,5%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,5%).
Sottotono anche Wall Street, con gli indici americani in calo tra lo 0,7% e l’1,5% all’indomani della riunione della Federal Reserve, in cui è stato confermato il percorso di graduale rialzo dei tassi. Sullo sfondo restano le tensioni commerciali Usa-Cina, a cui si aggiungono i dubbi legati alla crescita della prima economia asiatica dopo alcuni segnali negativi, tra i quali il rallentamento dei prezzi alla produzione cinesi.
Negli Usa, invece, lo stesso indice ha fatto segnare un’inattesa accelerazione (+0,6% contro il +0,2% stimato), consentendo al dollaro di mantenersi in area 1,135 nei confronti dell’euro e vicino a quota 114 yen, risalendo a 6,955 yuan. Debole la sterlina a 1,303 dollari, dopo i dati su bilancia commerciale, Pil e produzione industriale del Regno Unito.
Tra le materie prime prosegue il declino del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente in area 60 e 70 dollari al barile, appesantito dal continuo incremento delle scorte, dal conflitto commerciale fra Washington e Pechino e dalla prospettiva di un aumento dell’output dell’Opec. Perde terreno anche l’oro sotto 1.210 dollari l’oncia, penalizzato dal rafforzamento del biglietto verde.
Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund naviga poco al di sotto dei 300 bp, con il rendimento del decennale italiano sopra il 3,4%, mentre si avvicina la deadline del 13 novembre per la presentazione dei correttivi alla manovra richiesti da Bruxelles.
A Piazza Affari focus principalmente sulle trimestrali, con i conti al 30 settembre che penalizzano in particolare LEONARDO (-8,8%) e TELECOM ITALIA (-4,8%). Vendite su auto e petroliferi, in particolare SAIPEM (-5,1%) in scia al calo del greggio. In controtendenza FERRAGAMO (+2,1%) e le utilities, fra cui A2A (+1,6%) e ITALGAS (+1,6%), ma anche SNAM (+1%) e TERNA (+1,3%), che ha diffuso i conti al 30 settembre, mentre ENEL chiude a +0,3 per cento. Bene ATLANTIA (+1,3%) dopo i risultati.