Piazza Affari resta la peggiore fra le borse continentali, che scambiano tutte in ribasso. Intorno alle 15:45 il Ftse Mib arretra dell’1,1%, seguito dal Ftse 100 di Londra (-0,8%), il Cac 40 di Parigi (-0,8%), l’Ibex 35 di Madrid (-0,7%) e il Dax di Francoforte (-0,2%).
Avvio sottotono anche per Wall Street, con gli indici americani in calo tra lo 0,6% e l’1,3% all’indomani della riunione della Federal Reserve, in cui è stato confermato il percorso di graduale rialzo dei tassi. Sullo sfondo restano le tensioni commerciali Usa-Cina, a cui si aggiungono i dubbi legati alla crescita della prima economia asiatica dopo alcuni segnali negativi, tra cui il rallentamento dei prezzi alla produzione.
Negli Usa, invece, lo stesso indice ha fatto segnare un’inattesa accelerazione (+0,6% contro il +0,2% stimato), consentendo al dollaro di mantenersi in area 1,135 nei confronti dell’euro e vicino a quota 114 yen, risalendo a 6,955 yuan. Debole la sterlina a 1,303 dollari, dopo i dati su bilancia commerciale, Pil e produzione industriale del Regno Unito.
Tra le materie prime prosegue il declino del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente in area 60 e 70 dollari al barile, appesantito dai timori legati al continuo incremento delle scorte e al conflitto commerciale fra Washington e Pechino. Perde terreno anche l’oro, a quota 1.212 dollari l’oncia, penalizzato dal rafforzamento del biglietto verde.
Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund naviga poco al di sotto dei 300 bp, con il rendimento del decennale italiano sopra il 3,4%, mentre si avvicina la deadline del 13 novembre per la presentazione dei correttivi alla manovra richiesti da Bruxelles.
A piazza Affari focus principalmente sulle trimestrali, con i conti al 30 settembre che penalizzano in particolare LEONARDO (-7,83%) e TELECOM ITALIA (-5,8%). Vendite su auto e petroliferi, in particolare SAIPEM (-5,3%) in scia al calo del greggio. In controtendenza FERRAGAMO (+2%) e le utilities, fra cui ITALGAS (+1,9%) e TERNA (+1,7%), che ha diffuso i conti al 30 settembre, ma anche SNAM (+1,5%) e A2A (+1,4%) mentre ENEL è poco mossa.