Seduta sottotono per il titolo della maison del piumino che, intorno a mezzogiorno, lascia sul terreno il 3,18% scambiando a 30,46 euro, mentre cede l’1,4 il Ftse Mib e l’1,14% l’indice settoriale di riferimento.
Una performance in scia al calo registrato dall’intero settore del lusso a livello continentale, che sconta i risultati al di sotto delle stime ottenuti nel primo semestre del colosso dell’orologeria svizzero Richemont, a seguito de rallentamento della domanda cinese sui beni di lusso, e riaccendono i timori di una frenata delle vendite in un mercato chiave come quello del Paese del Dragone.
Nel dettaglio Richemont, che include i risultati di Ynap e Watchfinder entrate nel gruppo rispettivamente il 1° maggio e lo scorso 1° giugno, ha archiviato il semestre con ricavi in crescita del 21% a 6,8 miliardi (+8% escludendo Ynap e Watchfinder). In calo del 3% a 1,13 miliardi l’Ebit (+21% escludendo le due sopracitate società).
Dopo aver contabilizzato proventi straordinari derivanti dalla rivalutazione delle azioni esistenti di Ynap, l’utile netto del periodo balza a 2,25 miliardi (+131%). Al netto di tale voce l’utile si attesta a 875 milioni, in calo del 10% rispetto al pari periodo dell’esercizio precedente.
Un rallentamento, quello dei conti di Richemont, parzialmente influenzato dalla sovrastima del mercato di punta nel mondo dell’orologeria di Honk Kong da parte degli analisti. Ad incidere sui conti anche i costi derivanti dall’inclusione di Ynap che porterà, una volta consolidata all’interno del gruppo, ad un forte incremento delle vendite online.
Intorno a metà seduta le azioni Richemont in Svizzera cedono il 6,6%, andamento analogo anche per Swatch (-4,6%) e per le francesi Kering (-3,5%) e Lvmh (-2,3%).