Il gruppo di asset management registra nel terzo trimestre risultati in progresso, nonostante il periodo di incertezza dei mercati finanziari. I ricavi sono aumentati del 7,7% annuo a 189,9 milioni, mentre l’utile netto è salito a 39 milioni (+12,1% rispetto al terzo trimestre 2017).
Azimut ha archiviato il terzo trimestre 2018 con buoni risultati, che superano le attese del mercato, e delinea le nuove iniziative destinate a supportate la strategia di crescita per il futuro. Il percorso trova uno dei principali canali di espansione nello sviluppo internazionale. Una strada fatta a piccoli passi, tramite acquisizioni di dimensioni contenute, che ha portato le masse provenienti dai mercati esteri al 26% del totale. E dopo la fase di start up anche il conto economico delle attività oltre confine dà segni di miglioramento, con i principali Paesi, Australia e Brasile, che iniziano a generare profitto.
In Italia, invece, nei primi mesi del 2018 è ripresa con maggiore vigore l’attività di potenziamento della rete di financial advisor, con 144 nuovi ingressi da gennaio, inclusi i 40 provenienti da Sofia, la piccola società di asset management acquisita nel mese di maggio, che ha portato in dote 800 milioni di masse.
Nella tabella seguente riportiamo il confronto tra i conti economici trimestrali del gruppo Azimut.
I ricavi si sono attestati a 189,9milioni, in crescita del 7,7% rispetto al primo trimestre del 2017. L’incremento è stato sostenuto dalle commissioni ricorrenti, salite del 6,5% annuo a 159,1 milioni. In aumento anche le commissioni variabili, fissatesi a 14,8 milioni (+22,4% a/a). I ricavi assicurativi sono stati pari a 12,5 milioni (+10,9% a/a), mentre gli altri ricavi sono rimasti stabili a 3,6 milioni (-2,1% a/a).
Il gruppo è riuscito a portare avanti l’espansione con un minore costo di acquisizione. Tale voce si è fermata a 80,1 milioni (-1,4% a/a).
In seguito a tali dinamiche il margine lordo ha raggiunto i 109,8 milioni (+15,4% rispetto al terzo trimestre 2017).
I costi sono aumentati del 18,9% annuo a 55,4 milioni, spinti dalle spese del personale salite del 22,9% a 23,5 milioni rispetto al periodo di confronto, mentre gli altri costi operativi sono lievitati del 16% a 31,9 milioni rispetto al periodo luglio-settembre 2017.
Il reddito operativo è cresciuto del 12,1% annuo a 54,4 milioni. Dopo oneri finanziari stabili a 7,1 milioni (-3% a/a), oneri straordinari in calo, negativi per un milione, un incremento delle imposte a 3,6 milioni e minorities a 3,5 milioni, l’utile netto si è fissato a 39 milioni, in aumento del 12,1% rispetto ai 35 milioni del terzo trimestre 2017.
Sergio Albarelli, Ceo del Gruppo, sottolinea: “I risultati del periodo hanno risentito dell’incertezza dell’andamento dei mercati che continuiamo a monitorare alla ricerca delle migliori opportunità per favorire la diversificazione del patrimonio dei nostri clienti, offrendo loro le più adeguate e innovative soluzioni di investimento. La solidità e flessibilità del nostro modello di business ci permettono inoltre di anticipare i trend di settore e proporci, attraverso la piattaforma integrata di asset management e advisory di Azimut Libera Impresa Sgr, come punto di riferimento per investitori e imprese.”