BB Biotech ha comunicato che a ottobre il Nav espresso in dollari è sceso del 14,6% (-11,7% in Chf; -11,8% in euro). Il titolo ha registrato un calo del 14,8% in dollari (-12% in Chf; -11% in euro). Il Nasdaq Biotech Index (NBI) ha registrato nello stesso periodo un -14,6% in dollari.
Lo scorso mese l’intero settore delle biotecnologie ha risentito non solo della debolezza che ha caratterizzato il mercato nel suo complesso, ma anche delle ampie prese di beneficio che hanno colpito le azioni Mid Cap, a seguito di un periodo di forte rally.
Il tutto in un clima di avversione al rischio, in assenza tra l’altro di significative operazioni di M&A da inizio anno, e in presenza di una volatilità accresciuta dal discorso del presidente Trump sul taglio dei prezzi dei farmaci soggetti a prescrizione.
Nel mese in esame alcune società in portafoglio sono state interessate da una serie di importanti eventi.
Incyte, che al 30 settembre 2018 rappresentava il 6,7% del portafoglio di BB Biotech, ha pubblicato dati positivi per pemigatinib, un inibitore del FGFR, in occasione del convegno annuale Società Europea di Oncologia Medica dell’ESMO. Sebbene tali dati si riferiscano al trattamento di seconda linea del colangiocarcinoma, l’attenzione si focalizza sull’opportunità terapeutica ben più ampia del cancro alla vescica. Nel mese di ottobre il titolo ha segnato un calo del 5,8 per cento in dollari.
Celgene (6,8% del portafoglio partecipazioni) ha pubblicato per il terzo trimestre dati sugli utili in linea con le aspettative di BB Biotech. Le stime di consenso annuali sono state riviste leggermente al rialzo sia per i ricavi totali che per Otezla, in parte in virtù sia delle vendite al di fuori degli Usa, sia dell’aumento delle scorte. L’azienda ha dato particolare risalto alla pipeline in fase avanzata, con cinque nuovi lanci di prodotto attesi entro il 2020 al fine di compensare l’inevitabile flessione di Revlimid. Lo scorso mese il titolo ha lasciato sul terreno il 20,3 per cento in dollari.
Ionis e Akcea, che rappresentano rispettivamente l’11,4% e il 2,1% del portafoglio partecipazioni della holding svizzera, hanno ottenuto l’omologazione negli Usa per Tegsedi per la terapia della polineuropatia causata da amiloidosi ereditaria da transtiretina, una malattia genetica rara. I due titoli ha registrato un calo in dollari rispettivamente dell’1% e del 33,7 per cento.
Tesaro (2,9% del portafoglio partecipazioni) ha registrato un netto calo borsistico (-25,6% in dollari) in scia al flusso di notizie diffuse dalla concorrenza. In occasione del convegno dell’ESMO sono stati infatti annunciati i dati relativi a Lynparza, l’inibitore della PARP di Astra Zeneca, il quale si è dimostrato una valida base per la terapia di mantenimento di prima linea per il cancro ovarico.